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Cronaca

Coronavirus, rischio di riciclaggio di denaro sporco. La Polizia sequestra al crimine beni per 650mila euro

In tale fase di ripartenza forte è il pericolo di aggressione delle attività produttive da parte di organizzazioni criminali che hanno disponibilità di ingenti somme di denaro da riciclare e da investire.

Sequestrati dalla Polizia beni per un valore di 650.000 euro:  immobili, autovetture e rapporti finanziari considerati di illecita provenienza. L’emergenza Coronavirus ha determinato nel Paese una profonda crisi economica per le imprese che in questi mesi sono rimaste ferme, facendo crescere la loro esigenza di liquidità. In tale fase di ripartenza forte è il pericolo di aggressione delle attività produttive da parte di organizzazioni criminali che hanno disponibilità di ingenti somme di denaro da riciclare e da investire.

Seguendo le indicazioni del Capo della Polizia e delle altre autorità istituzionali per una maggiore attenzione sulle organizzazioni criminali presenti sul territorio provinciale che potrebbero approfittare della situazioni di emergenza sanitaria ed economica, nei giorni scorsi, nell'ambito di una complessa attività di indagine di natura patrimoniale, tesa all'aggressione dei patrimoni di illecita provenienza e dall’analisi dei fenomeni criminali, personale specializzato della Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Rimini, in due distinte operazioni, ha dato esecuzione a due decreti di sequestro cautelari, finalizzati alla confisca dei beni emessi dal Tribunale di Bologna— Sezione Misure di Prevenzione- nei confronti di due soggetti residenti tra Rimini e Riccione.

In particolare, il primo sequestro ha riguardato una persona, di origine romagnola che ha da sempre svolto attività di gestione di night club della Riviera, con problemi in passato per evasione fiscale, detenzione di stupefacenti e coinvolto in recenti fatti giudiziari legati allo sfruttamento della prostituzione delle ballerine che lavoravano all’interno dei suoi locali. Per le indagini avrebbe accumulato un illecito arricchimento, come emerso dalle indagini che furono all’epoca svolte dalla locale squadra mobile. Nei suoi confronti sono stati posti sotto il vincolo cautelare diverse società di cui il proposto è amministratore o rappresentante legale, alcuni veicoli, rapporti finanziari e altri beni di lusso ad egli riconducibili.

Nella seconda operazione sono stati sottoposti a sequestro due abitazioni e un garage ubicati nel Comune di Rimini, intestati o riconducibili a un soggetto di origine napoletane, da tempo trasferitosi sul territorio, già noto per reati legati allo spaccio di stupefacenti e usura. Infatti, nel corso di una indagine era emerso che lo stesso, unitamente ad altri malviventi, approfittando dello stato di necessità nelle quali versavano alcuni imprenditori in difficoltà, aveva prestato a costoro denaro rispetto al quale pretendeva la restituzione con tassi di interesse pari addirittura al 456%. Inoltre, in una recente operazione è stato arrestato quale pianificatore della rapina ad un noto legale riminese.

Il valore dei beni sequestrati nel corso delle due operazioni ammonta a circa 650.000 euro. L’attività di analisi criminale svolta dal personale specializzato della Divisione Anticriminedella Questura, negli ultimi 6 mesi, ha consentito al Questore di Rimini di proporre misure di prevenzione personale e patrimoniale, con la successiva emissione da parte del Tribunale di Bologna di 7 misure di prevenzione personali, ai sensi della normativa antimafia. L’Ufficio della Divisione Anticrimine ha, inoltre, fornito determinati elementi informativi sui rischi di infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali nell’ambito delle attività imprenditoriali e commerciali che hanno permesso nell’ultimo periodo al   Prefetto di Rimini l’adozione di diverse interdittive antimafia. 

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