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Cronaca

Coronavirus, una cinquantina di malati nelle case di riposo

Il vicensindaco Gloria Lisi conferma i casi in cinque strutture. E Pecci lancia l'allarme: "Il Valloni è un lazzaretto?"

Sono 17 le strutture della Provincia, tra distretto Sud e Nord, che ospitano gli anziani. Anche in cinque di questi istituti il coronavirus ha colpito delle persone facendo salire il numero dei contagiati a una cinquantina, tra tre strutture del distretto Sud e in due in quello Nord.

A Rimini il "Maccolini" è addirittura arrivato ad autoisolarsi, un grande sacrificio per anziani e per i loro familiari, ma una strategia che li sta proteggendo. Il Valloni era invece stato il primo ad annunciare di avere contagati. Questa struttura ha una parte Asp a gestione pubblica in cui non ci sono contagi e una parte gestita da Elleuno "dove mi risulata ci siano contagiati", spiega il vicesindaco Gloria Lisi che conferma anche la situazione dei contagi in Provincia e evidenzia come l'Ausl abbia organizzato un team per seguire i malati Covid-19 nelle residenze: la task force è formata da cinque medici compreso il dottor Lovecchio, direttore del distretto Ausl Rimini.

Rispetto alle strutture non ci sono appunto contagi al Maccolini, come spiega Lisi, in nessuna delle due di Verucchio, neanche a Talamello e Sant'Agata Feltria e al Molari di Santarcangelo. C'è qualche contagio, oltre al Valloni, anche a San Fortunato e, in zona sud alla Nuova Primavera di Riccione, al Vici Giovannini di Cattolica e al Fantini di Montescudo. Non risultano contagi al Sole di Misano e a San Giovanni".

Sempre al Valloni, secondo voci che corrono tra alcuni parenti dei pazienti e arrivate anche all'orecchio del consigliere comunale della Lega Marzio Pecci ci sarebbero stati anche dei decessi, per cui non ci sarebbero conferme ufficiali della cooperativa Elleuno. Pecci si scaglia contro l'amministrazione comunale sottolineando che "Già nel consiglio comunale del 27 febbraio ho tentato di chiedere al presidente del consiglio di invitare il sindaco a spiegare come era la situazione sanitaria reale e quali misure avrebbe chiesto di adottare per salvaguardare la salute dei cittadini. Purtroppo il Presidente del Consiglio comunale non ha ammesso la domanda ed ha impedito ai consiglieri comunali di conoscere la situazione reale ed il sindaco dopo la sua "informativa" che può definirsi generica, superficiale ed irrilevante è uscito dall'aula consiliare senza rispondere alla domanda".

Pecci ritiene l’amministrazione comunale, e la Regione, responsabili di ritardi nell’intervento di prevenzione del contagio. "Ritardi che sembra siano stati deleteri peril Valloni se è vero, come sembra, che siano deceduti diversi ospiti, alcune operatrici sociosanitarie siano positive e si trovino in isolamento domiciliare e che molti operatori siano costretti a lavorare senza dispositivi di protezione. La domanda d’obbligo, dunque, è: sono state adottate tutte le misure di prevenzione per impedire i contagi?". Pecci chiede dunque "una indagine dell’ispettorato del lavoro, dell’igiene pubblica e dei Nas affinché venga fatta immediata chiarezza sulla vicenda e ne vengano informati tutti i consiglieri comunali".

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