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Cronaca

Dissesto idrogeologico, Gnassi accusa: "Il Governo stanzia fondi solo per 7 città"

"Il tema del rischio idrogeologico meriterebbe però un approccio più articolato, che quantomeno considerasse complessivamente un problema in cui i cattivi comportamenti o i mancati interventi 'a monte' sono le cause principali dei danni subiti 'a valle'"

“Un sistema fognario da riqualificare radicalmente e potenziare decisamente in modo da tutelare da una parte la sicurezza idraulica urbana e dall’altra l’economia di un territorio può rientrare tra gli interventi finanziabili prioritariamente da uno Stato alle prese con un drammatico problema di dissesto idrogeologico? La stessa domanda potrebbe avere come oggetto i disagi causati da movimenti franosi lamentati dal nostro entroterra, da San Leo alla Valconca”, afferma il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi.

“La razionalità e il buonsenso risponderebbero positivamente, le ipotesi pubblicate quest’oggi da alcuni, informatissimi, quotidiani nazionali virano in tutt’altra direzione. L’idea centrale è a quanto pare quella di destinare una prima tranche pari a 700 milioni di euro per interventi ‘anti dissesto’ concentrati in sette città metropolitane: Genova, Milano, Firenze, Roma, Torino, Bologna, Cagliari. Una cifra ancora da reperire in buona parte ma già ‘impegnata’, a quanto pare, e sulla quale, nel merito, ci sarebbe poco da discutere, se non fosse per la filosofia che la sostiene. - continua Gnassi -  E’ una logica che tende a mettere in secondo piano le aree cosiddette periferiche a favore di quelle ad alta concentrazione demografica, già ‘favorite’ con piani finanziari speciali e straordinari in numerose altre occasioni”.

“Il tema del rischio idrogeologico - chiosa il sindaco - meriterebbe però un approccio più articolato, che quantomeno considerasse complessivamente un problema in cui i cattivi comportamenti o i mancati interventi ‘a monte’ sono le cause principali dei danni subiti ‘a valle’. E non è una semplice questione di collina o di costa; quando si progetta di contenere la furia dei fiumi che ora devastano città e popolazioni attraverso un sistema di vasche di laminazione non si dice forse che interventi di riqualificazione della rete fognaria come quelli in corso a Rimini sono prioritari? Certo, il Governo italiano sta bussando alle porte dell’Europa per un ambizioso piano nazionale ‘anti dissesto’ del valore di oltre 7 miliardi di euro. Ma in attesa di avere certezze sulla copertura, lo stralcio iniziale tocca alle grandi città, con la provincia ancora una volta relegata in sala d’aspetto".

"Eppure - aggiunge- la soluzione per il breve e medio periodo, aspettando le risorse finanziarie, potrebbe essere di natura normativa: basterebbe allentare temporaneamente il patto di stabilità per i Comuni che attuano lavori dichiaratamente destinati a ridurre il rischio idrogeologico e idraulico. Rimini, con il suo PSBO, potrebbe avere un beneficio milionario, così come i Comuni del territorio riminese che, alle prese con problemi di questa natura, anche con il Piano d’ambito integrato stanno destinando a questo urgente scopo le loro risorse. Non vogliamo essere vittime del paradosso per cui chi ha cominciato prima; chi ha investito di proprio tre, quattro, cinque anni fa; chi ha già cantierato il 35% di un piano dal costo di oltre 150 milioni di euro; sia oggi posposto e penalizzato a favore di altri, davanti a quello, ormai è palese, è una vera e propria emergenza nazionale e non un problema squisitamente locale.”, conclude Gnassi.

ARLOTTI - Sulla questione è intervenuto anche il parlamentare riminese Pd, Tiziano Arlotti. E' in corso in VIII Commissione Ambiente della Camera congiuntamente alla XIII Commissione agricoltura l'esame della Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. "La legge che stiamo discutendo ha come obiettivi il contenimento del consumo di suolo, la valorizzazione del suolo non edificato, la promozione dell'attività agricola e la valorizzazione del suolo come risorsa da tutelare anche per la prevenzione del rischio idrogeologico - osserva Arlotti -. La salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della vocazione naturalistica rappresentano un obiettivo di primaria importanza per contrastare il consumo del suolo e prevenire il dissesto idrogeologico".

Il deputato ha tra l'altro presentato un emendamento alla Legge di stabilità, accolto dal Governo, per rendere definitivo fino al 2026 lo stanziamento annuo di 460 milioni di euro per interventi contro il dissesto. "Occorre lavorare in un'ottica di prevenzione e non più di emergenza. In questo quadro si inseriscono anche le norme sui contratti di fiume (come quello del Marecchia) contenute nel Collegato ambientale già approvato alla Camera, che riconoscono fra l'altro questi strumenti di pianificazione per la salvaguardia, la messa in sicurezza e la valorizzazione dei bacini. La compensazione che consente di prelevare i sedimenti in eccesso e il ruolo attribuito all'Autorità di Bacino permetteranno di agire in una logica di prevenzione su tutti i nostri corsi d'acqua, dall'Uso al Conca".

Per la difesa del suolo sono stati inoltre stanziati 10 milioni di euro destinati alla Regione Emilia-Romagna e, fra gli altri, a interventi contro i movimenti franosi a San Leo, Pennabilli, Cantoniera e Miratoio, mentre è in arrivo il finanziamento per Gemmano. "L'elemento della prevenzione è fondamentale - conclude Arlotti ricordando uno degli interventi realizzati in passato come assessore ai lavori pubblici del Comune di Rimini -. L'arginatura del Marecchia a mare della Statale 16 ha salvato in questi anni Rimini e il quadrante destro della sponda del fiume da almeno due o tre esondazioni. Allora vi fu una polemica di una parte del mondo ambientalista contro quella che vedevano come 'manomissione' di un ecosistema. Invece la preventiva salvaguardia idraulica ha tutelato l'ambiente e gli aironi cinerini continuano a nidificare lungo il fiume"."

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