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Cronaca

Il Tar boccia il ricorso di una dottoressa no vax che voleva lavorare senza Green pass

La professionista, dipendente dell'Ausl, si era opposta all'obbligo del passaporto vaccinale sostenendo la prevalenza del diritto al lavoro e quindi percepire uno stipendio per sostentarsi sulla salute pubblica

Una dottoressa dell'Ausl Romagna, in forza all'ospedale "Infermi" di Rimini, si è vista rigettare dal Tar il ricorso che aveva presentato in seguito alla sua sospensione dal lavoro a causa dell'inadempimento dell'obbligo vaccinale. La professionista, infatti, si era rifiutata di sottoporsi alla vaccinazione per il Coronavirus nonostante le direttive del Governo per il contenimento della pandemia e lo stesso Ordine dei Medici riminese lo avesse reso indispensabile per esercitare la professione medica. Il legale della dottoressa, nel corso del dibattimento, aveva sostenuto la prevalenza del diritto al lavoro e quindi percepire uno stipendio per sostentarsi sulla salute pubblica. Una tesi contrapposta a quella dei legali dell'Ordine dei Medici di Rimini, gli avvocati Saverio Bartolomei e Patrizia Mussoni, che ha riscontro nella decisione dei giudici del Tar i quali hanno sentenziato, tra le altre cose, come debba "prevalere l’interesse alla salute pubblica e alla protezione dal rischio di ulteriore diffusione del virus".

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