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Cronaca

L'"Albergo sociale" di Rimini ha ottenuto dalla giunta il via libera fino al 2018

Si continua ad aiutare i cittadini sottoposti a sfratto accogliendoli nella struttura gestita dall'associazione Papa Giovanni XXIII

Dare una risposta abitativa a una fascia sempre più variegata di cittadini, anche alle categorie tradizionalmente deboli e quelle rientranti nella cosidetta fascia delle “nuove povertà”. Con questa motivazione la giunta comunale ha approvato il prolungamento fino alla fine del 2018, dopo i primi tre anni di sperimentazione condotti insieme l'Associazione Papa Giovanni XXIII, del progetto “Albergo sociale”. Si tratta di una sperimentazione innovativa grazie alla quale, nel corso dei primi tre anni, si è potuto dare risposta a 55 persone (tra cui 16 minori, 31 donne e 24 uomini) e un totale di 33 nuclei famigliari di persone sottoposte a sfratto. Il progetto interviene, offrendo ospitalità temporanea, in un momento dove il disagio abitativo rischia di diventare una vera e propria emergenza , come quanto si arriva alla data di esecuzione dello sfratto, senza che il nucleo familiare si sia potuto attivare per reperire una nuova soluzione abitativa . In particolare le azioni del progetto mirano alla riduzione delle situazioni emergenziali di disagio abitativo sul territorio comunale, al potenziamento del sostegno alle famiglie che si trovano in situazioni di disagio abitativo e al potenziamento delle risorse professionali con compiti di accompagnamento degli utenti ai servizi già strutturati. Il comune di Rimini aggiudicherà il servizio tramite istruttoria pubblica, che sarà indetta dopo il termine dell'attuale periodo di sperimentazione, ovvero il primo maggio 2015. Al progetto il comune riserva un finanziamento, per i prossimi due anni e mezzo, pari a 133 mila euro.  “L'Albergo sociale – è il commento di Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla Protezione sociale del Comune di Rimini – fa parte  di quei progetti innovativi, come l'housing first e il residence dei papà separati, attraverso i quali abbiamo voluto offrire una risposta differenziata alle diverse tipologie di disagio abitativo presenti anche nella nostra comunità. I primi tre anni di sperimentazione hanno dato buoni risultati, permettendo alle famiglie ospitate di ricrearsi un nuovo progetto di vita. Alcune sono riuscite poi a transitare nell'edilizia residenziale pubblica o a canone calmierato, altri sono riusciti, anche grazie all'aiuto delle nostre strutture, a tornare nelle precedenti abitazioni. Tutti, grazie a questa temporanea risposta, sono riusciti a tamponare un disagio prima che diventasse emergenza vera e propria. Nel voler continuare fino a tutto il 2018 questo progetto, l'Amministrazione valorizza nuovamente il ruolo attivo e partecipativo del terzo settore, grazie allo strumento dell'istruttoria pubblica, che più di altri mette in circolo le tante buone prassi e esperienze già presenti nel nostro territorio”.

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