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Cronaca

Maltratta la moglie e dissipa la pensione: deve stare a 300 metri da casa

Sabato, i Carabinieri della Stazione di Rimini hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione di misura coercitiva, emessa dal GIP del Tribunale di Rimini, nei confronti di un 61 enne

Sabato, i Carabinieri della Stazione di Rimini hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura coercitiva, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Rimini, nei confronti di un 61 enne di origini napoletane, da tempo residente a Rimini. L’uomo, sposato, nel corso della sua relazione, spesso aveva usato modi violenti contro la moglie, inficiando la serenità familiare, tanto che la donna, nel corso degli anni, aveva presentato ben due querele.

Negli ultimi tempi, precisamente dal luglio del 2012, la situazione è precipitata: i comportamenti aggressivi e le condotte di umiliazione dell’uomo si erano acuite in quanto aveva cominciato a contrarre “dipendenza da gioco”, dissipando tutti i soldi percepiti dalla pensione, i risparmi familiari e contraendo anche ingenti debiti. Queste condotte, aggiunte ai comportamenti violenti e minacciosi del marito, portavano la donna a presentare prima un esposto e poi un’ulteriore querela presso la Stazione di Rimini, nell’ottobre del 2012. I Carabinieri, dopo un primo tentativo di riconciliazione, visto che il 61enne reiterava i suoi comportamenti vessatori, intraprendevano un’attività di indagine mirata a provare e supportare oggettivamente le violenze da lui commesse. Inoltre i militari si adoperavano anche per aiutare la donna e la figli che vive con lei: le due donne venivano messe in contatto con le volontarie di “Rompi il Silenzio”, con i servizi dell’assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Rimini e con gli esperti dell’AUSL di Rimini del progetto Dafne.

Al termine degli accertamenti (dopo aver escusso tutti i familiari ed i conoscenti informati sui fatti – in alcune circostanze anche le sorella della moglie erano state oggetto di minacce e violenze), il quadro indiziario è stato tale da far ricondurre la condotta dell’indagato nella previsione normativa dell’art. 572 del Codice Penale, cioè maltrattamenti in famiglia, quale condotta perdurante diretta a cagionare ai familiari conviventi, sofferenze psichiche e fisiche, protratte nel tempo, sottoponendo gli stessi ad un regime di vita umiliante e vessatorio. Per tanto, riuniti gli esiti dell’indagine dei Carabinieri, il GIP del Tribunale di Rimini, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, applicava la misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare. Il Giudice altresì ha imposto la prescrizione di mantenere una distanza dai familiari di almeno 300 metri e la disposizione di versare alla moglie la metà della pensione percepita.

Gli uomini dell’Arma quindi notificavano l’ordinanza all’indagato e lo accompagnavano a casa del figlio maschio, che ha accettato di ospitarlo. Dopo decenni di vessazioni, finalmente le due donne sono state liberate dalla violenza.

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