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Cronaca Santarcangelo di Romagna

Santarcangelo Festival 2018, un luglio con 154 spettacoli: in arrivo 200 artisti

Nei primi due weekend di luglio il piccolo borgo ospita una proposta di spettacolo audace e avventurosa, che rompe alcune consuetudini, accogliendo 54 formazioni da tutto il mondo

Un rituale collettivo contemporaneo, che accade nella natura e che parla di natura. Come nel caso delle creazioni di Ingri Fiksdal, coreografa norvegese per la prima volta in Italia: Night Tripper e Diorama for Santarcangelo lavorano sulla percezione e sul suo impatto. Night Tripper è una passeggiata nel bosco, una performance-concerto, un rituale e un evento sociale. Il progetto mette in scena, in mezzo alla natura e al crepuscolo, sei performer, insoliti strumenti musicali, un coro e molti spiriti potenti. Il progetto viene re-immaginato per Santarcangelo in una versione site-specific lungo il letto del fiume Marecchia. In Diorama for Santarcangelo la coreografia diventa una lente attraverso la quale Ingri altera o interviene sulla percezione del paesaggio naturale, in un’esperienza onirica e indimenticabile, su una spiaggia di Rimini all’alba.

Artista associato, Markus Öhrn dalla Svezia con The Unkown crea una cornice per otto artisti, che presenteranno ogni sera un progetto inedito: un palco temporaneo nel bosco, lungo il fiume Uso, accoglie ogni notte il pubblico, che compirà un passo verso l’ignoto. Gli artisti invitati, quattro svedesi e quattro italiani, sono Makode Linde, artista visivo, musicista e dj, Linnea Sjöberg, artista visiva e performativa, Linnea Carlsson, scultrice, disegnatrice e creatrice di installazioni sonore, Oskar Nilsson, pittore, Damiano Bagli, musicista, inventore e pensatore, Mara Oscar Cassiani, coreografa, performer e new media artist, Federica Dauri, performer, e Maurizio Rippa, cantante lirico e performer.

In Don’t be frightened of turning the page, Alessandro Sciarroni prende spunto dal movimento migratorio di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati. Con il mondo animale si relaziona anche Francesca Grilli, artista associata del Festival, che in Gold invita gli spettatori a condividere lo spazio con tre falchi, alcuni falconieri e tre cantanti. Nei suggestivi Orti dei Frati Cappuccini agisce Cristina Kristal Rizzo con ikea: un flusso continuo e ipnotico di movimento crea uno spazio di vicinanza nel quale chi guarda è invitato ad amplificare i propri sensi. Anche Muna Mussie con Oasi, coproduzione del Festival, riflette sulla natura e sulle paure connesse ai suoi elementi, animali soprattutto, chiusa in a una sfera trasparente, in solitudine. Muna presenterà anche Punteggiatura, un'opera d'arte collettiva realizzata grazie al dialogo con un nucleo di donne di differenti provenienze del territorio bolognese. Il libro di stoffa, un “tessuto sociale” che si mette in pratica e si traduce in ricamo, è promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione, nella cornice di Atlas of Transtions Biennale I Right to the City, a cura di Piersandra Di Matteo. L'opera è realizzata in collaborazione con la Scuola delle Donne | Pilastro (Cesd), Biblioteca Italiana delle Donne, con il coinvolgimento delle cooperative Camelot e Mondo Donna, Cantieri Meticci, Ars Aemilia e Santarcangelo dei Teatri.

Donne di Bologna, adolescenti italiani e islandesi, un coro di Santarcangelo, ma non solo… Nella creazione dei 150 appuntamenti sono coinvolti quasi 200 tra adulti, adolescenti e bambini del territorio. È il caso di Multitud di Tamara Cubas, dall’Uruguay, che aprirà il Festival il 6 luglio con una performance nello spazio pubblico a ingresso libero che coinvolge circa 70 volontari. La domanda di partecipazione è aperta a tutte e tutti (il workshop si terrà dal 28 giugno al 5 luglio). Tamara, coreografa con formazione legata alle arti visive, analizza la condizione sociale dell'essere umano contemporaneo, la nozione di eterogeneità all'interno di un collettivo, l'idea di "altro", le relazioni interpersonali e la possibilità di dissenso. Dalla Grecia Panagiota Kallimani, per la prima volta in Italia, presenta Arrêt sur image, performance frutto di un laboratorio con bambini che si svolge nei luoghi da loro frequentati: una scuola, un giardino, una piazza. Lo spazio della loro vita quotidiana prende una dimensione surreale, straniante, trasformando la loro energia in una danza lenta, dal ritmo inusuale.

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