rotate-mobile
Cronaca

Emergenza clima, i Verdi lanciano l'allarme: "Serve proteggere la costa e non limitarsi ad abbellire i lungomari"

"L'Italia si sgretola da nord a sud e pure il nostro territorio, la nostra costa, sono in grave stato di sofferenza"

"Come gruppo territoriale dei Verdi della provincia di Rimini ci rifiutiamo di restare a guardare senza provare a fare niente. Conseguentemente agli ultimi estremi eventi meteorologici, è in atto un ulteriore drammatico dissesto idrogeologico in tutto il Paese". Il gruppo, che vede come coportavoce provinciale Cesarino Romani, interviene in seguito ai gravi danni causati dal maltempo in questi ultimi giorni.

"L'Italia si “sgretola” da nord a sud e pure il nostro territorio, la nostra costa, sono in grave stato di sofferenza. Tutti ora corrono a riparare i danni, a suggerire soluzioni per evitare che accada ancora, a chiedere risarcimenti per calamità naturale. Siamo d'accordo che è emergenza nazionale, ma non siamo d'accordo che in questo Paese si attenda sempre l'emergenza per fare gli interventi necessari. Per anni noi Verdi siamo stati etichettati come quelli del “No a tutto”, ma oggi possiamo controbattere con forza che i nostri no avevano un senso, ovvero preservare gli ecosistemi in tutta loro complessità, perché ora ci si sta presentando il conto… molto salato. Non siamo qui per fare polemica, ma per cercare soluzioni concrete ed efficaci. Per prima cosa è necessario rendersi conto che questi eventi, che sempre più frequentemente si manifestano con intensità estrema, sono causati dai cambiamenti climatici in atto, e che in parte sono dovuti a mutamenti naturali ed in parte a interventi antropizzanti, per cui è indispensabile passare ad una programmazione concreta, fatta di azioni strutturali da mettere in atto al più presto. Concentrandoci sul nostro territorio, ed in particolare sulla nostra costa, bisogna partire dal fatto che l’ambiente costiero è un ecosistema dinamico, in cui i processi naturali e quelli di origine antropica si sommano e interagiscono modificandone le caratteristiche morfologiche, fisiche e biologiche; che quindi i litorali sabbiosi di cui è costituito il nostro litorale sono i territori più vulnerabili, quelli in cui maggiormente si manifestano tali evoluzioni, quelli dove più spesso si può assistere a fenomeni di erosione che procurano danni ingenti all’ecosistema marino e di conseguenza alle attività economiche insediate. Le cause di tutto ciò sono molteplici: la subsidenza (naturale e indotta), la diminuzione del trasporto di sabbia da parte dei fiumi, le opere costruite a mare, l’urbanizzazione scellerata della costa e infine i picchi di marea causati dall’innalzamento dei mari dovuti ai cambiamenti climatici. L'uomo può solo intervenire sulle cause non naturali e quindi sulla subsidenza indotta (estrazione acqua e gas metano) e contrastando i cambiamenti climatici attraverso la riduzione delle emissioni di co2 passando all'utilizzo di energia rinnovabile".

Le richieste

"Come Verdi della Provincia di Rimini chiediamo da subito l’apertura di un dibattito costruttivo, con tutte le forze politiche, le associazioni e gli operatori economici e anticipiamo le nostre proposte: -arrestare totalmente, da subito, il prelievo delle acque sotterranee e del metano nelle zone costiere; -intervenire sulla manutenzione delle opere rigide già realizzate, ridurre al minimo e solo in caso di emergenza gli interventi di ripascimento con sabbie riportate e relitte, puntare sulle opere rigide solo di tipo soffolto; -ripristinare le condizioni di equilibrio iniziali nei tratti maggiormente sensibili, con una serie mirata di interventi di ingegneria naturalistica, come il ripristino di una fascia più o meno ampia di dune e vegetazione costiera autoctona; -spostare le politiche energetiche dalle fossili a quelle rinnovabili realizzando un grande impianto eolico off-shore a circa 10 km dalla costa (progetto già studiato e ritenuto fattibile dall'università di Bologna) e sul quale lavoreremo molto nei prossimi mesi; -avviare da subito un tavolo di lavoro, per programmare interventi strutturali a medio/lungo termine, che studi e definisca la possibilità di un innalzamento di tutte le strutture di 30/50 cm a partire dalle ultime opere finanziate per la realizzazione dei waterfront delle città costiere; -vietare ogni nuova costruzione a ridosso dei corsi d'acqua, adoperarsi per la riqualificazione dei corsi d'acqua, intervenire sulle modalità di coltivazione e gestione dei terreni agricoli che non siano rigenerative; Ogni aspetto morfologico caratteristico dell'alta spiaggia è stato cancellato con lo scopo di renderla più accogliente per i bagnanti, ora occorre investire nella protezione della costa e non limitarsi ad abbellire esteticamente i lungomari, perché il rischio, sempre più realistico, è quello di vederli sott’acqua".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Emergenza clima, i Verdi lanciano l'allarme: "Serve proteggere la costa e non limitarsi ad abbellire i lungomari"

RiminiToday è in caricamento