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Cronaca

Emergenza casa, nel 2012 eseguiti ben 193 sfratti

Con la fase acuta della crisi, particolarmente cruenta in questi mesi, si sta allargando a dismisura la fascia sociale che ha difficoltà ad accedere o a mantenere un alloggio in locazione

E' sempre più allarmante la situazione abitativa nel riminese. Con la fase acuta della crisi, particolarmente cruenta in questi mesi, si sta allargando a dismisura la fascia sociale che ha difficoltà ad accedere o a mantenere un alloggio in locazione. Gli elementi che descrivono molto bene questo allarme possono essere riassunti dai provvedimenti di sfratto, dalle richieste di un alloggio di edilizia pubblica e da quelle per il contributo all’affitto.

Nel riminese si è passati dalle 753 richieste di sfratto nei primi 8 mesi del 2010 alle 949 quest'anno, 193 già eseguiti. E' quanto emerge dai dati presentati da Massimo Fossati, segretario generale Ust-Cisl Rimini, Giuseppina Morolli, segretario generale Uil Rimini, Massimo Fusini, segreteria Cgil Rimini, Andrea Buttafuoco, responsabile Sunia Rimini, Enzo Fabbri, responsabile Sicet Rimini.

La morosità oggi è la principale causa dei provvedimenti di sfratto, determinata essenzialmente da una forte divaricazione tra la capacità reddituale della domanda e i prezzi delle locazioni, mentre è residuale la motivazione della finita locazione e della necessità della proprietà. La dimensione del problema è ampia, se non si interviene per invertire il trend nei prossimi tre anni saranno interessate a livello nazionale altre 250.000 famiglie, oltre alle 150.000 attuali.

Gli enti locali sono i destinatari anche delle 350 mila domande di contributo del Fondo di sostegno all’affitto che ha subito, con l’ultima legge di bilancio, il totale azzeramento. Un quadro di forte sofferenza diretta e indiretta che colpisce 5 milioni di famiglie e quasi 15 milioni di persone e che ha determinato una assunzione formale di responsabilità politica nell’VIII Commissione della Camera dei Deputati che, nel marzo scorso, ha approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il Governo ad avviare il confronto con le parti sociali per definire urgentemente delle misure che riducano il disagio abitativo.

"Ad oggi non vi sono stati interventi economici o fiscali del Governo a favore degli inquilini, a parte il ripristino, dal 2013, del Fondo nazionale affitti (di cui ancora non si conosce la congruità rispetto ai bisogni esplosi) - viene sottolineato dai sindacati -.  I provvedimenti attuati fino ad oggi hanno, da un lato eliminato qualsiasi presidio sociale diretto per l’affitto, sostegno per affitti e finanziamenti per l’edilizia pubblica, dall’altro con le misure fiscali sulla casa e sui redditi da locazione, non hanno contribuito a un contenimento del caro affitti, ma al contrario alcuni segnali confermano la tendenza a scaricare sugli inquilini i maggiori oneri. La stessa cedolare secca si è tradotta in una forte riduzione della tassazione ai proprietari con redditi elevati e dai costi enormi (1,5 miliardi di euro circa) per il bilancio dello Stato senza alcun risultato in termini di contenimento del livello degli affitti e di emersione dell’evasione fiscale".

SUNIA, SICET, UNIAT e UNIONE INQUILINI "ritengono non più accettabile questa situazione e intollerabile la disattenzione del Governo nei confronti del settore delle locazioni. È quindi necessario, in questa fase di fine legislatura, adottare alcune misure che consentano a chi cerca o vive in affitto di vedere migliorata la propria condizione abitativa".

Queste le misure che si propongono:

PROROGA DEGLI SFRATTI al 31 dicembre 2013. "Dopo il fallimento del “piano nazionale di edilizia abitativa” che non ha prodotto nessun alloggio per l’affitto è necessario spostare di un anno il differimento dei provvedimenti esecutivi, allargando la tutela anche alla morosità incolpevole e promuovendo la costituzione di organismi che possano, per il futuro, graduare le esecuzioni sulla base di una soluzione alternativa".

FONDO SOSTEGNO AFFITTI. "Rifinanziare il Fondo attraverso la ripartizione in forma obbligatoria tra Stato, Regioni e Comuni che permetta una risposta efficace anche alla morosità in tempi certi e attraverso bandi annuali aperti".

EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA. "È urgente aumentare in maniera significativa la disponibilità di alloggi per i Comuni. Questo può avvenire iniziando a rendere agibili tutti gli immobili pubblici degli gestori oggi non assegnati perché necessitano di interventi edilizi e di efficientamento energetico. Vanno immediatamente resi disponibili i 70 milioni di euro non utilizzati dal Ministero delle Infrastrutture assieme all’estensione agli ex IACP della possibilità di usufruire delle detrazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico ed alla esenzione dall’IMU. È indispensabile, inoltre, che venga istituita una posta di bilancio, finanziata dalla fiscalità generale, per l’edilizia residenziale pubblica".  

Il RILANCIO DEI CANONI CONCORDATI. "Oggi la riduzione del livello degli affitti è una priorità. Ferma restando la necessità di una riforma del regime delle locazioni, questa può avvenire nell’immediato con misure che favoriscano l’utilizzo più ampio di questo strumento rivedendo le misure che ne hanno ridotto il vantaggio fiscale nei confronti dei canoni liberi, per accentuare le differenze a favore del canone concordato. Così come è necessario prevedere un apposito provvedimento, per cui gli enti pubblici e quelli che hanno forme di controllo o vigilanza abbiano l’obbligo della contrattazione collettiva dei canoni".

CONVENZIONE NAZIONALE. "Deve essere ripreso il confronto al Ministero delle Infrastrutture per una nuova convenzione nazionale che possa consentire di rinnovare gli accordi territoriali sugli affitti concordati e di definire le modalità di applicazione agli interventi di Social housing".

LOTTA ALL’EVASIONE. "Accanto alla norma sanzionatoria per i contratti in nero e irregolari, che va semplificata e verificata nella sua applicazione, è necessario rendere tracciabile il pagamento dei canoni di locazione indipendentemente dall’ammontare del canone mensile e intensificare i controlli sul patrimonio in affitto".

DETRAZIONI PER GLI INQUILINI. "L’introduzione di una detrazione del 19% sui canoni pagati dagli inquilini in analogia a quanto previsto per il mutuo sulla prima casa, oltre ad essere una misura di equità, può rappresentare un ulteriore strumento di contrasto all’evasion"e.

IMU. "Innalzare le rendite catastali del 50% per gli immobili ad uso abitativo  non locati da almeno tre anni nei comuni ad alta tensione. Riduzione obbligatoria da parte dei comuni dal 7,6 per mille al 4 per mille per i contratti a canone concordato".

FONDO DI GARANZIA. "Utilizzo dei depositi cauzionali relativi ai contratti di locazione, unitamente a cofinanziamenti di Stato, Regioni e Comuni, per la costituzione di un Fondo di Garanzia per favorire forme di tutela sulla morosità e per l’accesso alle locazioni delle famiglie in emergenza abitativa da mettere a disposizione delle Agenzie per le locazioni istituite o da istituire da parte dei Comuni con l’obiettivo di allargare il mercato delle locazioni a canone concordato".

PIANO CITTÀ. "Costituire l’Osservatorio sul fabbisogno abitativo, finalizzato ad acquisire dati sul disagio, la sua composizione sociale e reddituale e la sua localizzazione. Uno strumento indispensabile anche per fornire alla Cabina di Regia le basi conoscitive per sostenere una maggiore offerta di alloggi in affitto pubblico e moderato".

 "In relazione alle tematiche locali, va innanzitutto detto che è fuori di dubbio che in un contesto  di welfare  territoriale un posto importante lo detiene la considerazione legata ai costi e alla qualità dell'abitare - sottolineano SUNIA, SICET, UNIAT e UNIONE INQUILINI -. Anche nel nostro territorio il  disagio abitativo tende a crescere e si sta  allargando:  è chiaro che la crisi, che assume nel nostro territorio proprie e specifiche caratteristiche, sta peggiorando il quadro di fondo, ci segnala un numero crescente di persone che perdono lavoro e casa e conseguentemente tutto questo comporta un forte aumento degli sfratti".

"Questa situazione testimonia l'esistenza di un’area di povertà sociale dalle dimensioni molto elevate e che, per il nostro territorio, comporta il conseguente rischio di tensioni sociali. Parte di queste si stanno già manifestando, ma c'è la preoccupazione che in prospettiva tenderanno ad acuirsi - continuano i sindacati -. Se i prezzi degli immobili sono in leggera diminuzione, quelli degli affitti invece restano alti, incidendo pesantemente sul reddito delle persone. Ne sono testimonianza, per un verso, la progressiva e forte crescita delle domande di accesso alle varie graduatorie, dall’ERP (edilizia residenziale pubblica) al Fondo affitti, al canone calmierato, e che riflettono in modo parziale, ma pur sempre significativo, il come la crisi economica abbia pesantemente intaccato le varie fasce sociali di reddito, e non solo quelle più basse. Per l'altro verso, l'aumento degli sfratti (la Provincia di Rimini, in termini percentuali. registra i valori tra i più alti in Emilia-Romagna), in particolare motivati da ragioni di morosità, essendo quelli per finita locazione pressoché nulli".

"Per questo insieme di ragioni riteniamo urgente, così come specificato nel Protocollo di intesa  sugli sfratti (il cui iter per la definitiva approvazione va urgentemente accelerato), avviare da subito tavoli di confronto con l'obiettivo di ridefinire nuove politiche abitative in grado di contenere  l'insieme delle questioni al fine di fornire risposte ai problemi su esposti - concludono -. In particolare si richiede l'attivazione di un tavolo di confronto allo scopo di favorire la locazione in tutte le sue forme; l’attivazione di forme di housing sociale e di risparmio energetico (realizzare i piani energetici comunali PEC); la revisione e l’aggiornamento di norme, locali e regionali, inerenti l'ERP; e la revisione e l’aggiornamento degli accordi territoriali sui canoni concordati, a suo tempo sottoscritti".

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