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Cronaca

Santi: "Allarmi ingiustificati, i costi del Trasporto pubblico non sono aumentati a causa del Trc"

Il presidente della Provincia di Rimini contesta la lettura del Comune di Bellaria: "Niente aumenti, è venuto a mancare il contributo della Regione"

L'ultimo, in ordine di tempo, a protestare per l'aumento dei costi del Trasporto pubblico locale è stato il Comune di Bellaria i cui amministratori sono balzati sulle poltrone nel vedere lievitare di oltre il 42% la spesa per un importo di 2,2 milioni che dovrebbe uscire dalle casse del municipio. Gli assessori Galli e Mauri, nella giornata di givoedì, avevano puntato il dito contro il Metromare colpevole di assorbire le risore anche di quelle amministrazioni "che non sono direttamente coinvolte con l'opera". “Sorvolando sulla validità del TRC - avevano osservato i due amministratori - opera comunque progettata più di 25 anni fa, costata una fortuna, realizzata con un forte impatto ambientale e sul territorio. Ciò che è fuori discussione è come l’ulteriore potenziamento del TRC vedrà aumentare il gap degli investimenti tra Rimini Sud e Rimini Nord. Tra l’altro su un territorio in cui restano attivi servizi tradizionali del trasporto pubblico ed una linea ferroviaria di costa verso cui la Regione è sempre più orientata a un rafforzamento".

A replicare alla posizione di Bellaria è stato il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, che in una nota stampa ha parlato di un "allarme ingiustificato" spiegando che "i costi del Trasporto Pubblico Locale non sono aumentati a causa di Metromare". "Il criterio utilizzato per suddividere i costi del TPL è chiarissimo - ha aggointo Santi - e le tabelle vanno lette correttamente. Ogni Comune paga per i chilometri che le vetture del TPL percorrono nel proprio territorio. Più chilometri vengono percorsi più alti sono i costi. Come il consumo dell’acqua che esce dal rubinetto. La gran parte dei costi è coperta dai contributi regionali, circa il 65% del totale. Un’altra parte è coperta dalle entrate dei biglietti e degli abbonamenti, una quota particolarmente alta, in condizioni normali, in provincia di Rimini (è circa il 20%). Il resto viene ripartito tra i Comuni sulla base dei chilometri. In provincia di Rimini vengono percorsi in totale circa 7,5 milioni di km; Metromare pesa per circa 300 mila km, ovvero meno del 5% del totale. Questi chilometri vengono pagati dai Comuni di Rimini e di Riccione e, per il 25%, dalla Provincia, che paga una quota fissa per tutti i km sovracomunali effettuati. Nessun altro Comune, quindi, paga per il Metromare. Nel 2021 è solo cambiato il beneficio che ogni Comune riceve, per il proprio bilancio, dal contributo regionale. Per calcolarlo bisogna dividere il totale del contributo dato dalla Regione per il totale dei chilometri che quest’anno aumenterà, appunto, di circa il 5%. Questo avverrà quando Metromare entrerà in servizio a pieno regime, con i mezzi e l’infrastruttura collaudati. A quel punto, per fare un esempio, un Comune che versava 100 mila euro avrà un incremento di costi non superiore al 5%, ovvero 5 mila euro. Senza contare poi che nel 2020, grazie a questo metodo di ripartizione dei costi, sempre per restare all’esempio, quel Comune ipotetico avrebbe risparmiato circa 20 mila euro".

"Aggiungo poi - conclude Santi - che l’incasso da tariffe è ripartito tra tutti i Comuni e non è suddiviso secondo il Comune di provenienza dell’incasso, il che favorisce non certo gli hub. Insomma, di questo stiamo parlando. L’allarme è ingiustificato e il resto sono polemiche strumentali. Detto ciò, non si può pensare che si possa avere un miglior servizio, puntuale moderno e sostenibile, agli stessi costi di una rete superata e che non può essere mantenuta così com’è oggi. Mi aspetterei piuttosto proposte su come migliorare il servizio integrandolo con il piano comunale della mobilità urbana e per connettersi con altri territori, ma tant’è. Qualcuno obietterà ma intanto il mio Comune paga di più. Allora, leggendo bene il bilancio scoprirà che è venuto meno l’incentivo che la Regione aveva dato per tre anni per premiare la realizzazione dell’Agenzia unica della Romagna, AMR; inoltre, è aumentato qualche canone, e i canoni, come da statuto, si suddividono tra tutti i Comuni, secondo le quote di capitale possedute in AMR. Per questo la Provincia di Rimini ha messo a disposizione 100 mila euro a vantaggio dei piccoli Comuni, per abbassare gli incrementi dei costi e praticare una sorta di sussidiarietà istituzionale trasversale.”

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