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Cronaca

Social network, dibattito europeo a Rimini: WhatsApp insidia Facebook

Il progetto, finanziato dal programma “Daphne III”, ha la Provincia di Rimini come ente promotore e capofila e ha lo scopo di informare i giovani tra i 10 e i 17 anni dell’importanza di un uso corretto dei social network

Si è aperto giovedì, con il saluto di benvenuto del presidente della provincia Stefano Vitali, il meeting del progetto I.O.R. (Impact Of Relationship) che ha portato a Rimini 26 partner di altrettanti paesi dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) per parlare del rapporto tra giovani e social network e confrontarsi sui risultati raggiungi dall’avvio del progetto avvenuto a maggio.

Il progetto, finanziato dal programma “Daphne III”, ha la Provincia di Rimini come ente promotore e capofila e ha lo scopo di informare i giovani tra i 10 e i 17 anni dell’importanza di un uso corretto dei social network, al fine di sfruttare le potenzialità della rete senza incorrere nei possibili rischi (violazione della privacy, frodi finanziarie, cyberbullismo, ecc). Per raggiungere lo scopo il progetto prevede la creazione di una grande campagna di sensibilizzazione-informazione indirizzata agli adolescenti di tutta Europa fatta circolare attraverso i social network stessi. Nelle diverse pagine aperte in ogni paese ogni partner cerca di trasmettere buone pratiche di prevenzione e aumentare la disseminazione di comportamenti corretti.

Durante il meeting, che si è chiuso venerdì, sono emersi alcuni aspetti che accomunano i diversi paesi: oltre il 90 per cento degli adolescenti europei ha un profilo su Facebook ma la popolarità del social è in calo, in molti paesi è molto più di moda WhatsApp perché permette di scambiare foto, video e commenti in modo molto più rapido; altra cosa riscontrata è la difficoltà di fare statistiche reali perché molti delle persone che si iscrivono sui social fornisce dati falsi, sia di età sia di genere; le più attive in rete sono le ragazze; i commenti nella maggior parte dei casi non vanno al di là del “mi piace” e aumentano esponenzialmente quando viene postato un video rispetto ad un testo; in molti paesi risulta difficile entrare nelle scuole a parlare di social network mentre funzionano bene workshop che coinvolgono le famiglie in cui si parla del tema in modo indiretto.

L’obiettivo di tutti i partner per i prossimi mesi (il progetto si chiuderà a maggio del 2014) è aumentare la conoscenza dei profili sui diversi social network e fare azioni di sensibilizzazione diretta con genitori e ragazzi. Per quanto riguarda la Provincia di Rimini sono in programma due incontri aperti agli adulti in contatto coi i ragazzi (genitori, insegnanti, educatori, ecc) allo scopo di informare anche loro sui possibili rischi e su come tutelare i giovani: il 19 novembre a Cattolica alle 21, in collaborazione con il Centro per le famiglie, presso la sede della biblioteca comunale in piazza della Repubblica e il 14 dicembre a Rimini, in collaborazione con Università Aperta, dalle 9 alle 13 presso la sede della Provincia in via Campana 64.

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