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Cronaca Misano Adriatico

Traffico illecito di rifiuti e corruzione, nei guai azienda di Misano

Blitz di 80 carabinieri Forestali dei Gruppi di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e Rimini che hanno eseguito misure cautelari personali e reali a carico di 5 soggetti e 4 società

E' scattato all'alba di martedì il blitz di 80 carabinieri Forestali dei Gruppi di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e Rimini che hanno eseguito misure cautelari personali e reali a carico di 5 soggetti e 4 società, disposte dal gip del Tribunale di Ancona, nell'ambito di un'indagine iniziata nel 2018, diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Ancona e condotta dai carabinieri del gruppo carabinieri Forestale di Ancona. Due persone sono finite agli arresti domiciliari, una colpita da obbligo di dimora, due da misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriale. Tutte accusate del delitto di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali e due di esse anche per corruzione di pubblici ufficiali e bancarotta fraudolenta. Disposto inoltre il sequestro per equivalente di denaro o altri beni per un totale di 4.969.924 euro, attraverso il blocco dei conti correnti bancari e postali di 4 indagati e 4 società , delle quali tre con sede legale in Provincia di Ancona e una a Rimini, una ditta di autotrasportatori di Misano che si è vista sequestrare dei documenti di trasporto, accusati di aver concorso nell'esecuzione di traffici illeciti di rifiuti speciali da demolizione, terrosi e organici, anche contaminati da inquinanti, tra cui idrocarburi, catrame, plastiche e metalli, per un totale di 640.000 tonnellate.

Questi rifiuti, provenienti da oltre 50 cantieri nelle Provincie di Ancona e Macerata sono stati nascosti a diverso titolo in tre cave, un terreno agricolo, in tre impianti di gestione rifiuti da demolizione e terrosi/lavorazione inerti dislocati nelle province di Ancona e Macerata. Sequestrati, infine, sempre in esecuzione di ordinanza del gip, 76 camion e 7 mezzi d'opera a carico di due società con sedi legali nei Comuni di Castelbellino (An) e Ancona, utilizzati per trasportare illegalmente i rifiuti ed eseguire scavi abusivi di materiale inerte. Dal quadro indiziario, spiegano gli inquirenti, "emerge un ampio disegno criminoso, volto all'ottenimento di un rilevante ingiusto profitto economico, messo in campo da due soggetti-amministratori di fatto di una società di gestione e lavorazione dei rifiuti da demolizione e terrosi, in Provincia di Ancona, i quali, con il concorso di altri 20 indagati, hanno posto in essere traffici illeciti di rifiuti speciali da demolizione, organici e terrosi, omettendo di provvedere alle spese di recupero e conferimento presso siti autorizzati. Lo smaltimento illecito dei rifiuti e il contestuale scavo abusivo di materiale litoide, era reso possibile grazie ad atti corruttivi posti in essere per il tramite di un faccendiere, dipendente della società, il quale si occupava di consegnare denaro a pubblici funzionari per evitare controlli presso le cave vincolate da sequestri o sospensioni". Tutti i militari sono stati dotati dei dispositivi di protezione individuale per evitare contagio da covid 19.

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