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Cronaca

Turisti aggrediti in spiaggia in pieno giorno, condannata la banda

Mano pesante dei giudici del Collegio che hanno ritenuto colpevoli due ragazzi originari del Mali che avevano partecipato al tafferuglio

Erano stati massacrati di botte per una t-shirt e, a distanza di 3 anni dal fatto, i giudici del Collegio hanno condannato gli autori del parapiglia avvenuto sulla spiaggia libera di piazzale Roma a Riccione il 23 giugno del 2021. Quel pomeriggio due turisti, un 27enne di Carpi e un 46enne della provincia di Macerata, affetto da una grave patologia, si erano ritrovati circondati da un gruppo di ragazzi di colore. Gli stranieri, un 23enne, un 25enne e un minorenne tutti originari del Mali, avevano accusato i due turisti di essersi appropriati di una maglietta lasciata su una panchina. Dal battibecco si era passati in un attimo a una feroce aggressione con gli africani che avevano massacrato il marchigiano con una cinquantina tra calci e pugni, diretti alla schiena e alla testa, infierendo su di lui anche quando era riverso sulla sabbia. In suo soccorso era intervenuto il modenese ma, di fronte alla furia dei maliani, aveva potuto fare poco venendo a sua volta a cinghiate con il 25enne che gli avrebbe urlato "Bianchetto ti ammazzo".

Dopo il pestaggio i tre malviventi avevano poi derubato il 46enne di 40 euro per poi impossessarsi dello zainetto del 27enne per poi fuggire mentre, in piazzale Roma, erano accorsi i carabinieri e il 118. I due turisti erano stati soccorsi dai sanitari e portati in ospedale, da dove erano stati dimessi con prognosi di 20 e 5 giorni, mentre i militari dell'Arma erano partiti alla ricerca degli aggressori. Il 25enne era stato individuato, poco dopo, nei pressi della stazione ferroviaria della Perla Verde mentre gli altri due erano stati rintracciati in un secondo momento.

Finiti a processo, il Tribunale Collegiale ha ritenuto colpevoli i due maggiorenni mentre quello che all'epoca era minorenne era stato processato separatamente. Il pubblico ministero, Davide Ercolani, aveva chiesto una pena di 8 anni e 6 mesi per rapina e lesioni aggravate in concorso coi giudici che hanno emesso una sentenza di 8 anni per ciascuno dei due imputati. I legali dei maliani hanno già annunciato ricorso in Appello sostenendo che i loro assistiti non avrebbero rapinato i due turisti.

Otto anni di reclusione per rapina e lesioni personali. Mano pesante dei giudici del Collegio di Rimini, che nei giorni scorsi hanno condannato due ragazzi originari del Mali, ma residenti da tempo a Rimini, rispettivamente di 25 e 23 anni, difesi dagli avvocati Paola Zavatta e Gianluca Tencati. Entrambi si sono ritrovati alla sbarra in quanto accusati di aver partecipato, il 23 giugno del 2021, ad una feroce aggressione consumata in pieno giorno sulla battigia della spiaggia libera di piazzale Roma, a Riccione, ai danni di due turisti, un 27enne di Carpi (che non si è costituito come parte civile) e un 46enne della provincia di Macerata, affetto da una grave patologia, assistito dall’avvocato Federica Trifoglio. Giudicato separatamente un terzo complice, all’epoca dei fatti minorenne. Otto anni e sei mesi la richiesta avanzata dalla Procura, rappresentata dal pubblico ministero Davide Ercolani. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, i legali dei due giovani maliani hanno annunciato la volontà di ricorrere in Appello. Gli indagati, pur ammettendo il loro coinvolgimento nel parapiglia avvenuto sulla spiaggia della Perla Verde, hanno negato che il loro intento fosse quello di rapinare i turisti e di aver sottratto loro del denaro – due banconote da 20 euro – come invece ricostruito dagli inquirenti. Tutto era cominciato nel pomeriggio del 23 giugno. I due turisti, provenienti da città diverse, si erano conosciuti un paio di ore prima, quando uno dei due si era rivolto all’altro chiedendogli di prestargli il caricabatterie per lo smartphone. I due si erano messi a chiacchierare su una panchina di piazzale Roma. Lì avevano avuto un rapido battibecco con il terzetto di giovani africani. Il marchigiano si era così allontanato, rifugiandosi in spiaggia libera mentre il più giovane era tornato in un negozio a recuperare il suo telefonino. E quando era uscito, aveva visto che, sulla sabbia, il nuovo amico era stato circondato e picchiato dagli africani, dopo essere stato accusato di aver portato via loro una t-shirt (circostanza emersa anche durante il processo). Si era così lanciato in suo aiuto per venire, anche lui, aggredito a sangue con tanto di cinghiate, calci e pugni. Il marchigiano ne era uscito con il naso fratturato e una prognosi di venti giorni. I due feriti avevano quindi contattato i carabinieri, che in poco tempo aveva identificato gli autori dell’aggressione.

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