Croatti (M5s): "Solo 5 comuni attivi per far lavorare chi percepisce il reddito di cittadinanza"
In provincia di Rimini sono 2790 le persone che anno diritto all'aiuto economico dello Stato
“Solo alcuni comuni della nostra provincia hanno approvato i regolamenti e attivato i “Progetti di Utilita? Collettiva” che permetterebbero di utilizzare gran parte dei percettori del reddito di cittadinanza, che in provincia di Rimini risultano attualmente 2790”. Lo dichiara in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti. “In Italia, secondo gli ultimi dati aggiornati al 25 settembre, su 8.000 Comuni sono solo 735 quelli che hanno completato l’attivazione dei PUC previsti dalla legge. In Emilia-Romagna sono solo 22. Nella provincia riminese alcuni comuni hanno approvato questo regolamento e fatto partire diversi progetti. Tra questi (sempre al 25 settembre) Rimini, Bellaria, Cattolica, Montescudo, Pennabilli, Casteldelci, Verucchio, Gemmano, Poggio Torriana, San Giovanni Marignano, Sant’Agata, Santarcangelo. E? motivo di soddisfazione il fatto che la provincia di Rimini abbia il maggior numero di comuni coinvolti rispetto alle altre province emiliano-romagnole, ma i numeri sono ancora piccoli rispetto alla possibilita? e all’opportunita? di impiegare queste quasi 3.000 persone in progetti utili alle nostre comunita?.
Chi oggi critica il Reddito di cittadinanza dovrebbe in primo luogo chiedere alle amministrazioni comunali il perche? di questa mancanza. Serve un’accelerazione”, continua l’esponente pentastellato. Il reddito di cittadinanza e? una misura nuova per il nostro Paese e dopo iniziali difficolta? si registrano risultati molto positivi. Ad oggi, nonostante il periodo di “lockdown” di diversi mesi e la crisi conseguita, sono 200mila su 1.2 milioni di percettori del reddito tenuti a sottoscrivere il “Patto per il lavoro”. Un dato che migliorera? anche grazie ad un'app, che verra? presto introdotta, in grado di incrociare i dati tra percettori del reddito e offerte di lavoro, aumentando in maniera esponenziale il loro reinserimento nel mondo lavorativo.” conclude Croatti.