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Infiltrazioni mafiose, Petitti: "La crisi accentua usura, riciclaggio e gioco d'azzardo"

E' quanto afferma la parlamentare riminese Emma Petitti, commentando la relazione della Direzione nazionale antimafia sul 2013

“La ‘ndrangheta ha delocalizzato gli affari in Emilia–Romagna e l'illegalità prospera dove ci sono margini di profitto e flussi di credito: le segnalazioni di operazioni sospette al 60,1% provengono dall'Italia settentrionale, in testa ancora una volta l'Emilia-Romagna insieme alla Lombardia". E' quanto afferma la parlamentare riminese Emma Petitti, commentando la relazione della Direzione nazionale antimafia sul 2013 che, aggiunge, "non lascia dubbi sulla presenza delle del fenomeno ‘ndranghetista e delle altre mafie, italiane e straniere, sul nostro territorio".

"Il magistrato Roberto Pennisi traccia nella relazione anche il poligono delle “autostrade” criminali che lambiscono Brescia, l’Emilia, la Romagna e il Veneto, per cui passano il traffico di droga, gli investimenti nel gioco d’azzardo, le estorsioni e l’usura - prosegue Petitti -. La Direzione nazionale antimafia spiega anche che i cosiddetti “colletti bianchi" sono organicamente inseriti nell’organizzazione. E sempre in Emilia-Romagna e Lombardia hanno sede per lo più le imprese sospettate di collusioni e infiltrazioni mafiose negli appalti per la ricostruzione in Abruzzo".

"In Emilia-Romagna, dice ancora la Dna, si sviluppa e amplifica inoltre parte della potenza economico-criminale della camorra, che qui ricicla denaro sporco - prosegue la parlamentare -. La contraffazione è un altro settore in cui una sorta di spartizione e collaborazione fra mafie italiane, in particolare la camorra, e straniere ha fatto lievitare gli introiti criminali. Questo ci dimostra che è essenziale che tutte le forze politiche, a prescindere dagli schieramenti, comprendano la ramificazione del fenomeno delle infiltrazioni della criminalità, che trova terreno fertile per inserirsi nell'economia sana con il riciclaggio, l'usura e il gioco d'azzardo".

"La crisi accentua questi fenomeni e viene compromesso l'intero sistema economico del nostro territorio - conclude Petitti -. L'incrocio dei dati a disposizione di istituzioni e forze dell'ordine, misure di prevenzione patrimoniale e la nuova normativa sulla certificazione antimafia, insieme al prezioso lavoro che la Prefettura sta portanto avanti con il tavolo della sicurezza, sono soluzioni efficaci per fermare il fenomeno ma potranno avere pieno successo solo se la lotta alle mafie diventerà sempre più anche una battaglia culturale che coinvolga la società civile, le associazioni, le categorie economiche”.

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