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Maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna, sì dell'Aula al progetto definitivo

Approvata dal Pd con nessun voto contrario dell'opposizione che si astiene. Lavoro, salute, scuola: 15 competenze di cui viene chiesta la gestione diretta

L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha approvato gli indirizzi in materia di autonomia rafforzata contenuti nella versione aggiornata della richiesta messa a punto dalla Giunta, col contributo delle commissioni assembleari, dopo che il nuovo governo ha deciso di ridefinire, in vista dell'approdo parlamentare, la pre intesa siglata dall'esecutivo Gentiloni con le tre Regioni interessate (Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto). Hanno votato a favore Pd, Si e Misto-Mdp, astenuti Lega, M5s, Fi, Fdi, AltraER, Misto-Mns e Misto. Molto partecipato il dibattito in Aula. Giancarlo Tagliaferri (FdI) ha criticato le "incertezze" e "ambiguità" dell'esecutivo regionale nella definizione degli ambiti tematici sui quali richiedere una maggiore autonomia, figlie della "poca convinzione" con cui si è scelto di avviare il percorso istituzionale (vale a dire "senza convocare un referendum consultivo"), incertezze che a suo avviso avrebbero "rallentato" il percorso negoziale col nuovo governo.

È poi passato a illustrare due proposte di emendamento alla risoluzione della maggioranza, la più significativa delle quali finalizzata a sentire direttamente in udienza conoscitiva le autonomie locali regionali nella prosecuzione del negoziato. Infine, il capogruppo ha invitato la Giunta a promuovere una revisione del regionalismo nel nostro paese e a concludere con rapidità il negoziato per fronteggiare le spinte anti autonomia che cominciano a manifestarsi, specie al Sud. Silvia Piccinini (M5s) ha puntato il dito contro le modalità con cui la Giunta ha condotto il confronto pubblico sul tema dell'autonomia nella società regionale, rendendolo "asfittico". Inoltre, alla luce dell'aggiunta di tre ulteriori materie, ha rivendicato la "fondatezza della proposta originaria dei 5 stelle, liquidata frettolosamente dall'esecutivo regionale", di "chiedere competenze aggiuntive sulle 23 materie previste dalla Costituzione". Infine, ha illustrato alcuni emendamenti, tre dei quali recepiti dalla maggioranza e inseriti nella risoluzione. I due più significativi sono quello in materia di opere infrastrutturali, finalizzati a ricomprendere anche la manutenzione ordinaria, oltre a quella straordinaria, nonché i ponti e i viadotti, oltre a ferrovie e strade; fra le competenze aggiuntive da richiedere al governo, e quello che porta in capo alla Regione, la competenza a disciplinare la gestione dei rifiuti speciali.

Andrea Galli (FI), pur sottolineando come l'autonomia rafforzata sia "un'occasione storica" e rappresenti un passaggio costituzionale epocale per l'Emilia-Romagna, non ha lesinato critiche alla Giunta per averla "cavalcata rincorrendo politicamente Lombardia e Veneto". La sfida ora, ha evidenziato, sarà la definizione precisa dei costi relativi alle competenze aggiuntive e, quindi, delle risorse finanziarie necessarie a esercitarle. Per Alan Fabbri (Lega) è importante la ripresa di un "tema cruciale" come l'autonomia dopo che il federalismo, negli ultimi anni, ha perso smalto. Il tema dell'autonomia, però, secondo il capogruppo leghista, "si lega strettamente a quello dell'identità", cioè "il senso di appartenenza a un dato contesto territoriale". Questo, a suo avviso, spiega la determinazione con cui il Veneto, regione dalla forte connotazione identitaria, "ha chiesto da subito l'autonomia su tutte le materie (23), quantificando in 9/10 del  gettito fiscale le risorse finanziarie".

Ha poi invitato la Giunta a una maggiore concertazione con le autonomie locali e a osare di più in termini di competenze. Alla fine, rivolgendosi al presidente Bonaccini ha detto: «Ha la nostra buonafede, vada a Roma, tratti con i ministri e porti a casa il risultato, ma colga anche il lato più identitario dell'autonomia e cerchi di portare a casa più risorse possibili oltre a più deleghe possibili". Bonaccini l'ha ringraziato per "un'apertura di credito che va molto oltre l'astensione" dal voto dei leghisti in Assemblea legislativa. Igor Taruffi (Si), ricordando come i referendum di Lombardia e Veneto siano stati "emblemi costosi della retorica secessionista", ha evidenziando come l'Emilia-Romagna abbia seguito in "modo rigoroso e, soprattutto, poco enfatico" il percorso costituzionale. La logica, ha sottolineato il capogruppo, è avere più competenze nella consapevolezza di saperle gestire con efficacia. Nel rivendicare la serietà e la concretezza del lavoro compiuto nelle commissioni assembleari, ha sottolineato la rilevanza degli emendamenti presentati da Si e da Misto-Mdp.

È stata poi Silvia Prodi (Misto-Mdp) a illustrare gli emendamenti sottoscritti con Igor Taruffi e Yuri Torri (Si), riguardanti l'area strategica ''territorio e rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture''. Di questi, ha spiegato, due sono riferiti all'ambito ''governo del territorio'' e finalizzati a eliminare le richieste di competenze pianificatorie in materia di paesaggio, il primo, e quelle sulla valutazione di impatto ambientale (Via) delle opere statali in materia di infrastrutture, il secondo. Piergiovanni Alleva (AltraER) ha manifestato preoccupazione per il fatto che la maggiore autonomia possa "acuire le differenze fra le Regioni, minando l'unità nazionale e il mutualismo interregionale". Il fatto che Veneto e Lombardia si siano fatte avanti per prime" sulla strada dell'autonomia - ha concluso - "non mi rassicura sul mantenimento del mutualismo tra le Regioni". La Cgil nazionale - ha sottolineato - "ha preso le distanze dall'autonomia,  dando una sorta di altolà senza garanzie dei diritti civili a a livello nazionale". Inoltre, in materia di lavoro ha invitato la  Giunta a valutare la possibilità di introdurre una "sorta di cassa integrazione in deroga" attivabile dalla Regione, onerosa ma necessaria.

Stefano Caliandro (Pd) ha illustrato la risoluzione di Pd, Si e Misto-Mdp, di cui è primo firmatario, frutto del confronto con tutti i gruppi assembleari, che costituisce il documento d'indirizzo ufficiale dell'Assemblea legislativa cui viene allegato il testo elaborato dalla Giunta contenente le richieste al governo per il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Inoltre, ha ricordato come la richiesta di autonomia rafforzata sia emblematica del Dna regionalista della maggioranza e sia finalizzata a garantire la massima efficacia dell'amministrazione regionale, a vantaggio di cittadini e imprese, partendo dal Patto per il lavoro e accrescendo le competenze della Regione per fronteggiare nuovi bisogni. Ha concluso il dibattito Michele Facci (Misto-Mns), che ha sottolineato che l'Emilia-Romagna è "di fronte a una fase epocale dal punto di vista istituzionale". "Non mi interessa se arriviamo primi, secondi o terzi - ha detto - ma cogliere un'opportunità di revisione costituzionale. Rimarremo in un contesto di unità nazionale ma dobbiamo cogliere l'opportunità di privilegiare il territorio dicendo: 'Prima gli emiliano-romagnoli' ma non in senso esclusivo degli altri". "La vera sfida - ha concluso - è garantire ciò che ancora non riusciamo a fare. Ad esempio valorizzare le vocazioni e le peculiarità del territorio, anche quelle più fragili e marginali, come le zone periferiche, ad esempio, quelle montane e le infrastrutture".

Hanno sottoscritto la risoluzione, oltre a Stefano Caliandro, i seguenti consiglieri: Paolo Calvano, Giuseppe Boschini, Ottavia Soncini, Roberta Mori, Gian Luigi Molinari, Manuela Rontini, Massimo Iotti, Luca Sabattini, Luciana Serri, Fabrizio Benati, Antonio Mumolo,Gianni Bessi, Giorgio Pruccoli, Mirco Bagnari, Barbara Lori, Katia Tarasconi, Enrico Campedelli e Giuseppe Paruolo (Pd); Igor Taruffi e  Yuri Torri (Si); Silvia Prodi (Misto-Mdp).
 

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