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Parco eolico, Pecci interroga il presidente della Provincia: "Il progetto va stroncato sul nascere"

"La Lega - osserva Pecci - condivide i progetti di contrasto al cambiamento climatico e, come abbiamo detto più volte, siamo convinti che le energie rinnovabili debbano essere sempre più sviluppate per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050"

Lunedì in Consiglio provinciale Marzio Pecci presenterà un interrogazione al presidente della Provincia, Riziero Santi, per conoscere le determinazioni della provincia sul Parco eolico dopo il "no" della Lega, del sindaco, del comune di Rimini e delle Associazioni di categoria "e soprattutto quali sono le valutazioni in merito compagine societaria di Energia Wind 2020s.r.l. quale istante per la concessione". Afferma Pecci: "Il dibattito politico è sempre positivo, ma ciò che va respinto con fermezza è l'intervento strumentale in difesa degli interessi di parte. Corretta è la decisione della commissione Qualità Architettonica e Paesaggio di Rimini che comporta il "no" definitivo del comune Rimini all'ecomostro".

"La bocciatura della Commissione che definisce “il progetto troppo impattante in termini visivi” va congiunta col fatto che il mare Adriatico non ha la ventosità del Mare del Nord e quindi l'impianto, così come progettato, non potrà essere fruttuoso - prosegue Pecci -. Non occorre essere dei tecnici per capire questo.Inoltre non può essere taciuta la rilevante speculazione imprenditoriale che si è messa in campo col progetto bocciato dai riminesi: la società che chiede il rilascio della concessione per installare l'impianto eolico è un società a responsabilità limitata, inattiva, con un capitale sociale di 10mila euro, con quote ripartite tra cinque soci. Il politico serio, così come i professionisti che studiano la fattibilità del progetto, ha il dovere di chiedersi, a tutela dell'interesse collettivo, come siffatta società possa formire le garanzie per la buona esecuzione dell'opera, il cui costo sembra aggirarsi tra i 1.000 ed i 1.500 milioni di euro".

Osserva Pecci: "Tutti abbiamo il diritto di esprimere una valutazione sull'opera, ma chi ricopre ruoli di responsabilità ha il dovere di approfondire il progetto più degli altri. Ogni interlocutore dello Stato e ogni azienda che chiede spazi in concessione ha il dovere di garantire il possesso dei mezzi e delle risorse per realizzare il progetto e di garantirne la buona esecuzione e la manutenzione oltre allo smaltimento del fine vita. Ed allora non è pleonastico chiedersi: come può una società con un capitale sociale di 10mila euro garantire tutto ciò? Il progetto va stroncato sul nascere, non solo per il grave impatto visivo, ma perché il mare Adriatico non è il Mare del Nord ed il Parco eolico, così come concepito, non avrà alcuna ricaduta positiva sulla comunità riminese, come è stato recentemente confermato dal Presidente della Provincia".

Conclude: "La Lega condivide i progetti di contrasto al cambiamento climatico e, come abbiamo detto più volte, siamo convinti che le energie rinnovabili debbano essere sempre più sviluppate per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. E' chiaro a tutti che il sistema energetico è un tassello importante per raggiungere l'obiettivo ed è per questo che siamo particolarmente attenti al ricorso all'energia elettrica pulita indipendentemente dagli interessi economici dei proponenti i progetti. Riteniamo che la strategia dell'uso delle energia pulita appartenga al ministero dell'ambiente ed al Governo, e dovrà essere oggetto di pianificazione nazionale e non già asciata all'iniziativa del privato con progetti liberi da insediare in una o nell'altra parte del territorio. Ciò con buona pace dei sedicenti esperti".

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