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Periferie e futuro della città, Petitti: "Scommettiamo sulla banda larga contro le disuguaglianze"

Il mio impegno sarà quello di tracciare una mappa per individuare le zone che vivono questo problema e sollecitare subito il Governo centrale a prendere a cuore la questione riminese"

Il quadro della pandemia con famiglie divise tra smart working, didattica a distanza e alcune lacune derivanti dalla mancanza di banda larga e ultralarga "ha fatto emergere un problema atavico e un po’ trascurato dalle agende di Governo dei vari livelli istituzionali: quello della digitalizzazione, una questione che grava sulle spalle dei lavoratori, dei ragazzi e delle famiglie che vivono nelle zone più periferiche", spiega Emma Petitti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna e aspirante candidata sindaco di Rimini.

"L’amministrazione di Rimini da qui ai prossimi anni si deve fare carico di questa questione che porta con sé un serie di difficoltà che si ripercuotono a catena sul lavoro, sulla scuola, sulla cultura e sulle distanze fisiche e sociali di una comunità - prosegue Petitti - Nell’aprile scorso è uscito un sondaggio Istat secondo cui un terzo delle famiglie italiane non era in possesso né di un tablet né di un computer a casa. Si tratta di problemi di cui si discute poco ma che sono enormi. Oggi non avere un pc o non avere accesso a internet significa essere fuori dal mondo, non avere accesso alle informazioni, alle notizie, con un danno socio-economico e culturale gigantesco, che, come sappiamo, genera a sua volta un circolo vizioso di crescente povertà ed esclusione. Il divario digitale si traduce purtroppo in tante conseguenze di altra natura che danno luogo a forme di diseguaglianza sociali con effetti discriminatori tra inclusi ed esclusi".

Incalza Petitti: "È un problema che attraversa tutto il nostro Paese e che colpisce anche Rimini, sia nelle sue aree più marginali che in alcune frazioni più centrali. Parliamo quindi di un aspetto che necessita attente riflessioni, e soprattutto di risposte da parte delle istituzioni. Perché di democrazia si parla: di pari opportunità per le famiglie, di equilibrio tra zone del centro e quelle più isolate; di uguaglianza tra i territori; di sopravvivenza di tante piccole e medie imprese. È per questo che ritengo necessario un forte investimento pubblico e un piano di sostegno economico da parte delle istituzioni, attraverso anche le risorse del Recovery Plan, verso le famiglie meno abbienti che non hanno le possibilità economiche per potersi permettere tutto questo, al fine di dare loro continuità nelle attività scolastiche e lavorative".

La presidente dell'Assemblea legislativa regionale evidenzia come "La digitalizzazione è oggi al cuore di una politica industriale moderna, soprattutto per promuovere le PMI ed è per questo che dev’essere uno dei pilastri della ripresa economica, al servizio dell’inclusione, dell’innovazione e dello sviluppo territoriale. Non è possibile per esempio che chi vive a Santa Giustina sia più svantaggiato rispetto a chi vive in centro o a marina centro nonostante siano divisi da pochi chilometri di distanza. Il 5G, la banda ultralarga, l’Fwa, e in generale, le future tecnologie quali strumenti per superare il digital divide sono ormai essenziale per un territorio sviluppato e sono, non a caso, gli obiettivi di connettività che la Commissione europea si è posta per il 2025. La capillarità delle reti ieri era un miraggio, oggi un obiettivo, e domani dev’essere realtà. L’inclusione digitale va di pari passo con l’inclusione sociale. Il mio impegno per il futuro sarà quello di tracciare una mappa puntale per individuare le zone che più hanno a che fare con questo problema e sollecitare già da subito il Governo centrale a prendere a cuore la questione riminese".

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