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Referendum costituzionale: i "Sì" vincono, Gnassi: "Il risultato è la richiesta di riforme"

In provincia di Rimini ha votato il 51,59% degli aventi diritto, con il 70,11% delle preferenze via libera al taglio dei parlamentari

ORE 21 - La dichiarazione del senatore Marco Croatti (M5s)
"La decisa conferma da parte dei cittadini italiani della riduzione del numero dei parlamentari è un passo avanti verso il futuro. L’Italia inizia così a lasciarsi alle spalle decenni di immobilismo, in cui si è preferito non modificare lo status quo. In questi anni sono stati tanti gli esponenti di altri partiti che, a parole, si sono sempre detti pronti, ma alcuni di loro, dopo aver votato a favore nei diversi passaggi parlamentari, hanno fatto campagna per il no al referendum. Il Movimento 5 Stelle invece si è sempre proposto di chiudere o rivedere i vecchi schemi del passato, puntando ad un Paese con una struttura più snella, più efficace e più vicina alle esigenze del cittadino. Oggi con il loro Sì al referendum, i cittadini italiani hanno confermato che vogliono guardare avanti, e che le argomentazioni di chi voleva tenersi ancora un parlamento ingombrante, assolutamente non in linea con quelli dei nostri competitors internazionali, erano banali. Oggi iniziamo a tagliare la burocrazia dello Stato, un primo passo verso l’Italia che vogliamo costruire insieme".

ORE 19 - La dichiarazione di Andrea Gnassi, sindaco di Rimini
"La vittoria del Si è la decisione degli italiani di aprire una nuova fase di un progetto radicalmente riformista - ha commentato il primo cittadino di Rimini. - E’ una decisione netta, che rimette al centro la volontà popolare di avere peso nelle scelte che in una democrazia si fanno, con i territori, con i Comuni, che devono avere il giusto peso nell’architettura istituzionale. Il Sì non è però una sconfitta del No. Si sbaglierebbe a interpretare questo voto come una lotta cruenta tra fazioni opposte, che ricomincia adesso. Da parte di tutti, anche chi ha barrato la croce sul no, c’è la richiesta di un cambiamento riformista del Paese. Le ragioni del no devono entrare nel percorso cominciato oggi con il Si. Oggi, quindi, è la prima tappa di un lungo viaggio. Ripeto, un lungo viaggio da fare tutti insieme.  E le persone hanno deciso di partire. Anche i riminesi. Non tradiamo questo viaggio verso un Paese più moderno, più innovativo, più diretto nella partecipazione e nelle forme di coinvolgimento democratico. Anche a Rimini. La vittoria del Si è la decisione degli italiani di aprire una nuova fase di un progetto radicalmente riformista. E’ una decisione netta, che rimette al centro la volontà popolare di avere peso nelle scelte che in una democrazia si fanno, con i territori, con i Comuni, che devono avere il giusto peso nell’architettura istituzionale. Il Sì non è però una sconfitta del No. Si sbaglierebbe a interpretare questo voto come una lotta cruenta tra fazioni opposte, che ricomincia adesso. Da parte di tutti, anche chi ha barrato la croce sul no, c’è la richiesta di un cambiamento riformista del Paese. Le ragioni del no devono entrare nel percorso cominciato oggi con il Si. Oggi, quindi, è la prima tappa di un lungo viaggio. Ripeto, un lungo viaggio da fare tutti insieme.  E le persone hanno deciso di partire. Anche i riminesi. Non tradiamo questo viaggio verso un Paese più moderno, più innovativo, più diretto nella partecipazione e nelle forme di coinvolgimento democratico. Anche a Rimini".

ORE 18.05 - Chiuse le operazioni di spoglio in provincia di Rimini
Con tutte le 324 sezioni scrutinate si è concluso lo spoglio delle schede del referendum costituzionale in provincia di Rimini. I dati ufficiali indicano che gli elettori totali sono stati 131.518 (51,59%), le schede nulle 452, le schede bianche 233 e quelle contestate 1. Schiacciante la vittoria del Sì con il 70,11% delle preferenze (91.728) contro il 29,89% (39.104) dei no. A livello nazionale, con 51.415 scrutinate su 61.622, i Sì sono al 69,39% mentre i No al 30,61%.
BELLARIA-IGEA MARINA           Sì 71,77% - No 28,23%
CASTELDELCI               Sì 68,70% - No 31,30%
CATTOLICA                    Sì 73,42% - No 26,58%    
CORIANO                        Sì 72,80% - No 27,20%
GEMMANO                        Sì 67,49% - No 32,51%
MAIOLO                        Sì 77,25% - No 22,75%
MISANO ADRIATICO            Sì 75,57% - No 24,43%
MONDAINO                    Sì 77,02% - No 22,98%
MONTEFIORE CONCA            Sì 73,99% - No 26,01%
MONTEGRIDOLFO                Sì 84,37% - No 15,63%
MONTESCUDO - MONTE COLOMBO       Sì 69,17% - No 30,83%
MORCIANO DI ROMAGNA           Sì 75,22% - No 24,78%
NOVAFELTRIA                 Sì 75,80% - No 24,20%
PENNABILLI                   Sì 71,77% - No 28,23%
POGGIO TORRIANA              Sì 71,84% - No 28,16%  
RICCIONE                   Sì 68,36% - No 31,64%
RIMINI                        Sì 67,39% - No 32.61%
SALUDECIO                    Sì 73,93% - No 26,07%
SAN CLEMENTE                Sì 77,44% - No 22,56%
SAN GIOVANNI IN MARIGNANO        Sì 75,24% - No 24,76%
SAN LEO                     Sì 74,59% - No 25,41%
SANT'AGATA FELTRIA          Sì 75,83% - No 24,17%
SANTARCANGELO DI ROMAGNA      Sì 71,50% - No 28,50%
TALAMELLO                   Sì 82,78% - No 17,22%
VERUCCHIO                  Sì 71,51% - No 28,49%

ORE 18 - La dichiarazione del Presidente dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti:
"Il Sì si appresta a vincere ampiamente. Bene. Ma non deve essere inteso come un sì antipolitico e populista. Tutt'altro. Questo è un Sì per aprire le porte a una nuova e intensa stagione di riforme, ad iniziare da un rilancio e un efficientamento del Parlamento. Ora si proceda!"

ORE 17.48 - La dichiarazione di Filippo Sacchetti, segretario provinciale del Pd Rimini
“Una premessa è d’obbligo, ogni referendum è specchio di una volontà popolare che non va politicizzata qualsiasi risultato registri - ha dichiarato Filippo Sacchetti, segretario provinciale del Pd Rimini. - Non può diventare un'arena di scontro degli uni contro gli altri, ancora peggio resa dei conti tra personalità politiche. Ancor più in un caso come questo, in un periodo quantomeno particolare dominato da altre priorità ed emergenze. Prendiamo atto quindi di questo risultato che non inficia e non avrebbe inficiato in ogni caso l’azione di governo. Tanto che lo stesso Partito Democratico era orientato per il Sì, ma consapevoli delle diversità di vedute interne, persino legittime visto che la direzione nazionale per discutere il tema è stata convocata solo il 7 settembre. Questa vittoria del Sì (a Rimini il 70% del SI) è comunque un’ulteriore iniezione di carburante per continuare a lavorare alacremente all’interno di un patto fra  forze di governo di una legislatura iniziata appena un anno fa che ha avuto una priorità su tutte, la gestione della pandemia, delle sue conseguenze e delle relative misure necessarie a fronteggiarne le ricadute. Il referendum stava all’interno di questo stesso patto e ora sarà seguito dalle riforme collaterali necessarie per rendere equilibrato il taglio dei parlamentari, a partire da quella della legge elettorale.  L’importante è andare avanti a spron battuto per gestire la situazione economico-finanziaria e spendere al meglio le risorse del recovery fund. L’affluenza più bassa (51,5% contro il 55,37% in regione) qui da noi è figlia di un insieme di fattori: in primis il fatto che non si votava per qualche Comune o per la Regione, in secondo luogo una stagione estiva ancora non chiusa che ha tenuto la gente più lontana dalle urne che altrove. In ottica delle sfide che avremo davanti, questo è comunque  un primo passo perché la politica si impegni ancor più a rendere partecipi i cittadini e individuare rappresentanti autorevoli all’interno delle istituzioni”.

ORE 17.24 - La dichiarazione del sindaco di Riccione Renata Tosi
"Se i dati definitivi premieranno il Sì, dico solo ora comincia il lavoro - ha dichiarato il primo cittadino della Perla Verde. - Perché questo taglio lineare e netto dovrà essere inserito in una riforma strutturata che possa garantire il lavoro del nostro Parlamento. A leggere bene questo risultato significa che la maggior parte degli italiani pensa che 430 deputati dovranno lasciare il proprio scranno. Bene allora dico che lo facciano già domani, che rispettino il risultato del referendum senza prolungare la vita di un Governo che non è più tale. Da parte nostra vigileremo che non si spinga oltre solo per mantenere quella che sedia che gli italiani hanno voluto tagliare. Vorrei comunque ricordare che il voto referendario va letto insieme al risultato delle Regionali e a tal proposito nel confidare che i risultati finali confermino le previsioni, sono estremamente soddisfatta del risultato nelle Marche con Acquaroli ". 

ORE 16.51 - Affluenza a livello regionale
Poco più della metà degli elettori si è espresso in Emilia-Romagna sul taglio dei parlamentari. Stando a quanto pubblicato sul portale del ministero dell'Interno, relativo a tutti i 328 Comuni dell'Emilia-Romagna, alla chiusura dei seggi alle 15 di oggi il dato medio dell'affluenza al referendum in regione è del 55,37%. Si parla di circa 20 punti percentuali in meno rispetto alla consultazione del 2016 sulla riforma costituzionale del Governo Renzi, quando in Emilia-Romagna votò il 75,9% degli aventi diritto. Il dato dell'affluenza oscilla tra le province, con differenze anche marcate, anche se nessun territorio scende sotto la soglia del 50%. Nell'area metropolitana di Bologna ha votato il 57,3% degli elettori, fa meglio la provincia di Ravenna col 58,8%. All'opposto la provincia di Piacenza, con un'affluenza del 50,5%. Seguono Parma col 51,1% e Rimini col 51,6%. Per quanto riguarda le altre province: 56,85% a Modena; 56% a Reggio Emilia; 55,6% a Ferrara; 54,9% a Forlì-Cesena.

ORE 16.30 - L'affluenza nella provincia di Rimini comune per comune
BELLARIA-IGEA MARINA        50,66%
CASTELDELCI            41,82%
CATTOLICA            49,27%
CORIANO                57,23%
GEMMANO                50,97%
MAIOLO                59,32%
MISANO ADRIATICO        50,82%
MONDAINO            56,43%
MONTEFIORE CONCA        43,75%
MONTEGRIDOLFO            52,26%
MONTESCUDO - MONTE COLOMBO    45,82%
MORCIANO DI ROMAGNA        53,05%
NOVAFELTRIA            53,81%
PENNABILLI            53,83%
POGGIO TORRIANA            52,78%
RICCIONE            50,47%
RIMINI                51,36%
SALUDECIO            45,75%
SAN CLEMENTE            46,69%
SAN GIOVANNI IN MARIGNANO    55,58%
SAN LEO                51,41%
SANT'AGATA FELTRIA        52,84%
SANTARCANGELO DI ROMAGNA    55,27%
TALAMELLO            53,14%
VERUCCHIO            52,16%

Totale provincia di Rimini 51,58%

Mentre lo scrutinio è ancora in corso, secondo la terza proiezione di Opinio Italia (Rai), il Sì ha vinto con il 67,8% dei consensi contro il 32,2% del No. Lo spoglio nella provincia di Rimini (98 sezioni su 324) vede i Sì in vantaggio al 71,05% mentre i No sono fermi al 28,95%.

ORE 15 - Urne chiuse alle 15 in tutta Italia, dove ieri e oggi si è votato per il referendum sul taglio dei parlamentari. Affluenza al 52,43% (dato parziale: 5.220 Comuni su 7.903). In provincia di Rimini, invece, ha votato il 51,72% degli aventi diritto. Lo spoglio è iniziato subito dopo il termine delle operazioni di voto e i primi exit poll indicano i "Sì" tra il 60 e il 64% mentre i "No" tra il 36 e il 40%. Attesa per i risultati sulla conferma o meno del testo della legge costituzionale sulle modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 12 ottobre 2019. Non è richiesto il quorum di partecipazione del 50% più uno, quindi il numero di votanti non sarà fondamentale per l'esito del voto.

Gli elettori italiani sono stati chiamati a esprimersi sulla riforma della legge sulla riduzione del numero dei parlamentari: da 630 a 400 alla Camera, da 315 a 200 al Senato da 315 a 200 eletti. Con una riduzione del 36,5% sul numero di presenze. Meno parlamentari significa anche che ogni membro del parlamento italiano rappresenterà più elettori. Ovvero, il rapporto numerico tra eletti e votanti cresce. Questo taglio avrà un impatto anche sui numeri necessari a eleggere il presidente della Repubblica: la maggioranza qualificata - necessaria per eleggere il capo dello Stato nei primi tre scrutini - passerà da 673 grandi elettori a 439. Quella assoluta - dal quarto scrutinio in poi - scenderà da 505 a 330.

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