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Partigiani e Pd all'attacco del sindaco in "camicia nera", Giannini: "Facciano come vogliono, non ho fatto nulla di male"

Il segretario provinciale dem Sacchetti pronto ad appellarsi alla Prefettura, il primo cittadino di Pennabilli: "Rispetto la Costituzione e applico le leggi con ordine e disciplina"

Partigiani e Partito Democratico sono pronti alla battaglia contro il sindaco di Pennabilli, Mauro Giannini, dopo il polverone politico suscitato dalle affermazioni su Facebook del primo cittadino che aveva fatto chiari riferimenti al fascismo per poi vantarsi scrivendo "Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera". Un post, poi oscurato dal social network, con lo stesso Giannini che aveva spiegato di aver provato "amarezza per l’accaduto, avevo semplicemente riassunto la mia vita in poche righe parlando di me, non di altri, senza inneggiare a nulla". Parole che non hanno convinto partigiani e dem tanto che, entrambi, si vogliono appellare al Prefetto di Rimini Giuseppe Forlenza per fare chiarezza sull'accaduto e prendere eventuali provvedimenti. Accuse che, a stretto giro, sono rigettate dal sindaco Giannini: "Facciano pure quello che vogliono - ha dichiarato il primo cittadino di Pennabilli - non ho fatto nulla di male. Nel post incriminato non mi sono mai vantato del fascismo ma ho solo voluto salutare i miei commilitoni che sono appunto i miei camerati ma, questa parola, adesso è tabù. Non c'è nessun inneggiamento al ventennio e ribadisco: è una lettera dettata dal cuore dopo che, per anni, ho servito la mia patria".

Anpi e Pd pronti a chiedere l'intervento del Prefetto

Lei ha distinto in fascismo fatto di Dio, patria e famiglia e un fascismo fatto di guerra e razzismo. Ma non c'è stato un unico fascismo fatto di entrambi gli aspetti?
Il motto Dio, patria e famiglia non è certo un'invenzione del fascismo e, se vogliamo essere precisi, a coniarlo è stato Mazzini. E, comunque, non sono assolutamente guerrafondaio e razzista. Oggi, se una persona parla di onore, regole, disciplina è tacciato automaticamente di fascismo. Sono parole bellissime ma, adesso, vengono disprezzate da chi fa politica. Io non faccio politica: mi limito ad amministrare la mia città.

Nel post dice che non ha avuto il privilegio di morire in combattimento, ma morire per la patria può essere una necessità di difesa, ma nessuno stato democratico considera questo sacrificio un privilegio...
E' una questione mia personale: chi muore così è sempre stato considerato un eroe. Nel post ho semplicemente voluto ribadire che io non ho avuto questo privilegio di diventare eroe.

Nel fare il sindaco lei ha giurato sulla Costituzione italiana, la condivide in toto o ci sono parti che non condivide?
Rispetto pienamente la Costituzione e, io, sono per l'ordine e la disciplina con i quali applico le leggi.

Lei ha detto che sarà camicia nera fino alla morte, ma le camicie nere erano formazioni paramilitari sciolte dalle istituzioni, lei ha prestato servizio nell'esercito, che è una componente delle istituzioni. Non sono in contraddizione le due cose?
Assolutamente no perchè le camice nere erano dei militari a tutti gli effetti che hanno partecipato anche ad azioni di guerra. Solo al termine del secondo conflitto mondiale con camicia nera si iniziò ad indicare un appartenente all'organizzazione paramilitare dei membri iscritti al Partito Nazionale Fascista, la cui divisa era per l'appunto una camicia di colore nero. Nel mio post, con camicia nera, intendo dargli il concetto di uomo d'azione.

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