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Tiro con l'arco, dopo il bronzo agli Europei Irene Franchini punta al tricolore di Rimini

Si presenta tra le maggiori accreditate pretendenti allo scudetto nei 49° Campionati Italiani Indoor di Rimini Fiera

Solo qualche giorno fa si è messa al collo la medaglia di bronzo a squadre nel compound femminile agli Europei indoor a Lasko, in Slovenia, ennesima soddisfazione di una carriera lunga e ricca di allori. Irene Franchini si presenta dunque tra le più accreditate pretendenti allo scudetto nei 49° Campionati Italiani Indoor, in programma da giovedì 24 a domenica 27 febbraio nei padiglioni B5-D5 di RiminiFiera. In quella stessa cornice due anni fa l’atleta delle Fiamme Azzurre si è aggiudicata il titolo tricolore, superando in finale Marcella Tonioli, altra punta di diamante della Nazionale, così da salire per la seconda volta in carriera sul tetto d’Italia.

“Sicuramente è un periodo intenso per noi, con due appuntamenti così importanti ravvicinati a chiudere la stagione indoor – riconosce l’arciera nata il 23 luglio 1981 a Castelnovo ne' Monti, nel reggiano – però per arrivare pronta ho seguito il consueto percorso di avvicinamento, senza svolgere più di tanto una particolare preparazione mirata. Nel tiro con l’arco non ci sono infatti pause durante l’anno, visto che si gareggia sia al chiuso che all’aperto, per cui occorre essere sempre sul pezzo e per cercare di essere in forma ci si allena costantemente, con continuità”.

“Le sensazioni delle ultime settimane sono buone, però credo che le potenziali aspiranti allo scudetto siano tante, a cominciare dalle colleghe di Nazionale Elisa Roner, particolarmente a suo agio nelle prove indoor, e Marcella Tonioli, senza trascurare il potenziale di alcune junior che stanno crescendo in maniera considerevole. E questa è davvero una notizia positiva per il nostro movimento dopo anni in cui faticava un po’ ad arrivare il ricambio generazionale”, sottolinea colei che rappresenta un pezzo di storia del tiro con l’arco italiano. Atleta dell’anno Fitarco nel 1998, Collare d’Oro del Coni nel 1999, convocata per le Olimpiadi di Sydney 2000 (a 19 anni), per poi nel proseguo della carriera passare alla divisione compound, trionfando nell’individuale ai Mondiali indoor di Ankara 2016 (anche bronzo nella gara a squadre) e conquistando l’oro l’anno seguente ai Mondiali di Città del Messico nel mixed team insieme a Sergio Pagni, fino alle nuove frontiere del tiro di campagna e del 3D. E in questo percorso importantissimo è stato il reclutamento nella Polizia Penitenziaria, decisivo per trovare nuove motivazioni a livello agonistico.

“Mi sono avvicinata al tiro con l’arco a 9 anni, visto che mio padre Lorenzo, insegnante di educazione fisica, la proponeva come attività, anche nei Giochi della Gioventù. Mi ha subito colpito e quindi ho poi proseguito sotto la guida tecnica di mio padre, fino a calcare tutti i possibili palcoscenici della disciplina a livello mondiale, realizzando anche il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Che cosa mi affascina di questo sport? Il fatto che sia prima di tutto una continua sfida con se stessi per cercare di migliorarsi. E che per riuscirci serva un approccio completo, non solo basato su lavoro tecnico o fisico, ma anche mentale. E’ fondamentale mettersi sempre alla prova, una situazione molto stimolante”.

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