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Cronaca

"Contratti irregolari", a rischio il servizio di salvataggio a Rimini sud

L'Associazione Marinai di salvataggio della provincia di Rimini puntando i fari sulla "pericolosa svalutazione professionale dei marinai di salvataggio in servizio sulle torrette"

"Salviamo il servizio di salvataggio" in spiaggia. A lanciare il "grido di allarme" è l'Associazione Marinai di salvataggio della provincia di Rimini puntando i fari sulla "pericolosa svalutazione professionale dei marinai di salvataggio in servizio sulle torrette la cui quasi totalità svolge il proprio ruolo come dipendente di cooperative o consorzi di concessionari balneari". La spiaggia, entra nel dettaglio l'associazione, è affidata con concessione pubblica a soggetti privati e per l'organizzazione del servizio di salvamento "devono essere prese decisioni indirizzate esclusivamente a garantire e possibilmente migliorare la sicurezza della vita in mare". In ogni salvataggio, prosegue, l'efficacia dei soccorsi è "direttamente correlata all'esperienza di servizio". Per cui occorre "mantenere alta l'attenzione sulla regolarità dei contratti", invece arrivano segnalazioni secondo le quali "alcuni datori di lavoro che operano nella zona di Rimini Sud" mettono in atto "pratiche al limite del vessatorio, quando queste non divengono esplicitamente ritorsioni tese a svilire il ruolo e la professionalità dei soccorritori". Insomma, "la dignità professionale viene sistematicamente mortificata".

L'anno scorso, prosegue l'associazione, "alcuni presidenti di realtà cooperative della provincia hanno somministrato senza preavviso ai propri dipendenti un contratto irregolare" e la durata legale "è stata ripristinata al termine di uno scontro combattuto". Ora, alla luce dei contributi a fondo perduto di 1,5 milioni di euro stanziati dalla Regione in favore di stabilimenti e strutture balneari a sostegno dei costi da essi sostenuti per il servizio collettivo di soccorso e salvamento, "iniziative come imporre la riduzione a decisione unilaterale dell'orario di lavoro da 48 a 40 ore settimanali a personale che vanta esperienza ventennale significa nella sostanza disincentivare, se non addirittura deliberatamente sabotare", un servizio professionale. Senza dimenticare la "disparità contrattuale" tra bagnini di aziende diverse. Da qui l'invito ai turisti, prima di scegliere una spiaggia, di "informarsi debitamente circa il marinaio di salvataggio in servizio", e alle istituzioni, da Comune e Prefettura di Rimini alla Regione, di "farsi garanti promuovendo la continuità professionale e la qualità complessiva del servizio", internalizzando il servizio o demandandone la gestione a chi "possiede la profonda conoscenza delle dinamiche della sicurezza della balneazione ed è slegato da logiche d'impresa". Occorre infine promuovere un confronto pubblico sul "gravissimo rischio di vedere irrimediabilmente compromessa la sicurezza balneare".

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