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Cronaca

Il forno cerca un panettiere da assumere, zero candidati e critiche. "Quando gli altri escono tu dormi"

Il forno propone un lavoro notturno in regola, non solo non trova ragazzi, ma finisce pure per essere criticato sui social: "Un giovane non vuole fare orari del genere, non hai una vita sociale"

Si può definire un tempio del pane. Prodotti genuini, di qualità e d’eccellenza. Un forno in cui era solito comprare i grissini anche Lucio Battisti. Ma anche chi produce con passione, spinto dai valori tramandati da generazioni di lavoratori, fa fatica a trovare personale: da mesi lo storico forno della Vecchia Pescheria, in pieno centro storico a Rimini, è alla ricerca di un ragazzo da instradare verso la professione dal panettiere. Ma non solo la fila fuori dal negozio non c’è. Il forno ha finito pure per prendersi le critiche dopo che ha deciso di pubblicare l’annuncio di lavoro attraverso la pagina social dell’attività. C’è chi anche chiaro e tondo ha detto “non penso un ragazzo voglia fare orari del genere, dove non hai una vita sociale e quando gli altri escono tu dormi”.

L’annuncio di lavoro

E tra chi dice che ci vorrebbe uno stipendio di 2.500 euro al mese e chi si lamenta “perché pagate una miseria”, c’è chi prende le parti del forno perché andrà a finire che “il mondo ci copierà la nostra artigianalità”. Ma questo è solo un esempio che fa riflettere, di tanti casi che si sommano nel Paese. Possibile che un lavoro, regolare, retribuito secondo quanto prevede il contratto nazionale, non faccia gola a nessuno? Certo, ci vuole sacrificio e buona volontà: l’annuncio dice chiaro e tondo che si lavora dalle 3 di notte alle 10,40, domenica e festivi a casa, contratto di apprendistato, età massima 28 anni. “C’è una chiara difficoltà a reperire personale – racconta la titolare Claudia, che gestisce con il fratello Luca la storica attività -. Lo stipendio? Si parte da 1.200 euro al mese, tutto in regola, contratto nazionale, straordinario riconosciuto se si lavora più ore del previsto. Ma c’è chi ti dice che a meno di 2 mila euro al mese non inizia nemmeno, però noi ci sentiamo a posto, stiamo proponendo un lavoro serio”.

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Una famiglia di lavoratori

Quello della Vecchia Pescheria è uno dei soli tre forni rimasti in città. Il gruppo, una volta, era composto da 30 fornai. Pian piano stanno scomparendo tutti. Ma Claudia, che ha fatto del suo lavoro anche una passione, non può accettare certe levate di scudi. Di recente la loro attività è stata pure premiata tra le Botteghe Storiche della città. Un riconoscimento meritato, perché un punto di riferimento della città dal 1973. “Penso a mio fratello – si sfoga Claudia -, che ha 58 anni, va a pescare, ha gli amici, è un bravo papà: certo bisogna sapersi organizzare. Ma è un lavoro che merita grande rispetto, anche perché noi lo vediamo come un mestiere creativo, sin da quando eravamo bambini i nostri genitori ci hanno insegnato determinati valori”.

Si fanno avanti solo stranieri

L’attività del forno oggi conta su tre dipendenti per fare il pane, due commessi in negozio, più l’addetta alle pulizie. Oltre ai titolari. “Tra i fornai io credo che il nostro Abdul, che è originario del Bangladesh, sia un esempio da ammirare: ormai è con noi da dieci anni, è un bravissimo ragazzo e di recente si è acquistato con questo lavoro una casa di sua proprietà”. Italiani che bussano alla porta? Macché. Basti pensare che Claudia racconta come ora: “Farò domanda attraverso il portale dei flussi migratori, c’è tempo fino al 18 marzo, nella speranza così di poter trovare qualcuno a cui insegnare il mestiere in tempo per l’estate. Comunque è vero, il problema più grosso per la nostra categoria è quello di riuscire a trovare personale che abbia voglia di imparare e lavorare”.

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