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Cronaca

Gioco d'azzardo: ogni riminese spende 400 euro all'anno nelle sale scommesse

Terza provincia in regione per spesa pro capite, dal 2020 per giocare si dovrà usare la tessera sanitaria

Sono stati appena pubblicati i dati 2017 inerenti le spese per slot e gioco in Italia (su base provinciale), da parte dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli. Rimini si conferma tra le prime 30 province italiane per il gioco, piazzandosi al 22esimo posto che, tradotto in cifre, significa 398,4 euro spesi a testa (popolazione maggiorenne) per un totale di quasi 60 milioni di gettito per l'Erario. A livello pro capite solo Modena e Piacenza spendono di più in regione. A far la parte del leone, a livello nazionale, sono le slot (con 148 euro pro capite) seguita da videolottery (56 euro pro capite) e lotto e lotterie istantanee (47 euro pro capite).

Il Comune di Rimini ha già realizzato la mappatura dei luoghi sensibili e delle aree di rispetto entro cui non è possibile la presenza di sale gioco o di corner con apparecchi per il gioco d'azzardo, in ottemperanza alle nuove direttive della Regione Emilia-Romagna. Una mappa già approvata dalla Giunta, che recepisce le direttive e leggi regionali con le modalità attuative del divieto di apertura di sale giochi nell’ambito di 500 metri da luoghi definiti sensibili.

Si considerano luoghi sensibili, ad esempio, gli istituti scolastici di ogni genere e grado, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori. L’intento era di individuare intorno queste l’‘area di rispetto’ di 500 metri indicata dalla Regione, non solo per impedirvi l’insediamento di nuove attività riconducibili all’ambito del gioco d’azzardo, ma anche per verificare la presenza di sale da gioco, sale scommesse, videolottery o, comunque, di locali che al loro interno ospitano slot machine, così da promuoverne il trasloco a distanza di sicurezza.

La novità in arrivo, ma dal 1 gennaio 2020, è quella dell'obbligo di inserimento della tessera sanitaria, sulla scorta di quanto già accade per i distributori automatici di sigarette, per ridurre l'accesso dei minorenni ai giochi di azzardo. Tramite il sistema di lettura dell'età, attraversa la codifica della banda magnetica, la macchina permetterà o meno le giocate. “Numeri che confermano – commenta Jamil Sadegholvaad, assessore alle attività produttive del Comune di Rimini – la notevole portata del gioco a Rimini. Un fenomeno che da anni stiamo monitorando e seguendo per potenziarne il contrasto, sopratutto per quanto riguarda i pericoli per la salute derivanti da dipendenze come la ludopatia. Tra queste il marchio ‘slot – free’ per le attività che scelgono di non tenere alcun apparecchio per il gioco, il divieto di comunicazione commerciale che pubblicizzi il gioco su aree pubbliche e la mappa dei luoghi sensibili dove non è possibile, nell’arco di 500 metri, aprire nuove attività di gioco. Proprio su questo ultimo ci siamo mossi immediatamente con la definizione della mappa comunale dei luoghi sensibili. Una mappa che ha dovuto attendere però anche la formalizzazione di quelle dei comuni confinanti per integrare le zone sensibili limitrofi tra le diverse amministrazioni. Intervenire in queste zone di sicurezza non significa certo eliminare il problema, ma sarebbe comunque un passo in avanti molto importante, sia a livello pratico e tecnico, che su quello culturale”.

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