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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Riccione

I produttori di cannabis light scrivono a Salvini: "Atteggiamento contro le imprese"

I titolari di CanapaHouse: "Le piccole imprese come la nostra lottano ogni giorno per sopravvivere, lo Stato combatta contro chi non rispetta le regole"

Dopo il boom in Italia dei negozi di cannabis light, che ha visto in tutte le città un fiorire di attività legate alla vendita di prodotti a base di marijuana, è arrivata la direttiva del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che aveva annunciato "Farò la guerra ai negozi di cannabis light", aggiungendo: "A uno a uno li chiuderemo tutti". In realtà, il documento uscito dal Viminale non prevede chiusure generalizzate, ma sollecita le questure a monitorare i requisiti delle rivendite sotto tutti i punti di vista. Un attento monitoraggio degli shop, una stretta sui controlli, verificando che non siano messe in vendita le "infiorescenze",  in "quantità significative da un punto di vista psicotropo e stupefacente", evidenziando che l'obiettivo è la tutela della salute e dell'ordine pubblico.

Una scelta che non è stata gradita dai tanti negozi che, in tutta la provincia di Rimini e in Italia, vendono prodotti a base di cannabis e, a prendere carta e penna per scrivere al ministro Salvini, questa vota sono stati i coltivatori di CanapaHouse che, a Riccione, hanno una delle principali piantagioni. "Caro Ministro Matteo Salvini - si legge nella missiva - la ringraziamo per l’interesse che sta dimostrando sulla canapa in questi giorni, ma sinceramente non capiamo l’atteggiamento anti impresa che palesa dietro questa sua battaglia personale. Perché di questo si tratta: di imprese, quelle che le Istituzioni che Lei rappresenta dovrebbero tutelare, promuovere e sostenere. Lei è il Ministro dell’Interno, quindi dovrebbe conoscere meglio di altri le Leggi che regolamentano la nostra società italiana e in base a queste leggi anche noi, come tanti altri, abbiamo deciso di intraprendere la nostra impresa. Proprio per questo siamo i primi a chiedere il rispetto delle regole e delle leggi, chiedendo allo Stato di combattere chi agisce al di fuori delle stesse, ma anche che i rappresentanti dello Stato non si pongano “al di sopra” le leggi vigenti". 

"Purtroppo - proseguono - le piccole imprese come la nostra lottano ogni giorno per sopravvivere, investendo e rischiando, e non hanno tempo anche per difendersi da certi attacchi sconsiderati che rischiano solo di confondere i nostri concittadini, portando discredito a delle attività economiche sane e spesso molto innovative. Siamo certi che questo suo impeto nel contrastare l’illegalità nel settore della “cannabis light”, che comunque è un settore regolamentato e la produzione della stessa è legale come la produzione di carciofi o meloni, sia almeno uguale all’impegno che Lei mette nel contrastare il narcotraffico, quello vero e illegale. Quello che perde terreno ogni giorno, ad ogni Paese civile che legalizza produzioni e vendite. Quello stesso narcotraffico che si sfrega le mani ogni volta che legge notizie e annunci come il Suo di questi giorni".
 

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