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Cronaca

L'esodo dal confine orientale a Rimini: la chiamata per ricostruire una storia a lungo dimenticata

L'Istituto storico di Rimini e la Biblioteca Gambalunga promuovono un bando per raccogliere fonti e testimonianze sugli esuli dalmati e istriani giunti nel territorio riminese

“Salviamo le storie e la storia. Esodo. Dal confine orientale a Rimini”, questo il titolo del bando, promosso dall'Istituto storico di Rimini e dalla Biblioteca Gambalunga, per raccogliere fonti e testimonianze sull'esodo dei profughi istriani, dalmati e fiumani giunti nel territorio riminese in seguito ai fatti della seconda guerra mondiale. Quella degli esuli del confine orientale è una storia di dolorose amnesie, silenzi e strumentalizzazioni politiche, una vicenda su cui ancora molto resta da indagare e studiare.

La storia dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia è durata più di un decennio e si è svolta in tre fasi, dal 1943 al 1955, con gli ultimi arrivi in Italia negli anni Sessanta. Ha assunto un carattere di rilievo con il Trattato di pace del 10 febbraio 1947, che ha diviso il cosiddetto Territorio Libero di Trieste in una zona A, affidata al governo militare Alleato, e una zona B, gestita dalla Jugoslavia. Tutte le città costiere dell’Istria occidentale, Fiume, le isole del Quarnaro e di Zara, andarono alla Jugoslavia.  

L’Italia distrutta del dopoguerra si è dimostrata del tutto impreparata ad accogliere i profughi provenienti dall’Istria, Fiume e Dalmazia. Molti sono finiti nei campi profughi allestiti in caserme, scuole, e in varie strutture come il campo di Fossoli, allestito per accogliere parte di un’altra grande ondata dell’esodo, quella avvenuta dalla zona B del Territorio libero di Trieste passato alla Jugoslavia, dopo il memorandum di Londra dell’autunno 1954. In Italia è giunta fra l’80-90% della popolazione italiana storicamente insediata in Istria, a Fiume, in Dalmazia.

Il bando

Il bando che l’Istituto storico e la Biblioteca civica Gambalunga promuovono ha l’obiettivo di documentare la storia sconosciuta degli esuli giunti nel territorio riminese, costituendo un archivio a disposizioni di studiosi e ricercatori.

Si invitano tutti coloro che possiedono, in originale o in copia, diari, appunti, lettere, fotografie e memorie che testimoniano la propria esperienza o quella familiare, a spedirli o consegnarli all’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea (Via Gambalunga, 27, 47921 Rimini), oppure chiederne il ritiro, contattando l’Istituto storico (istitutostoricorimini@gmail.com; tel. 054124730), entro e non oltre il 1° settembre 2022. 

La consegna potrà anche essere temporanea, ovvero limitata al tempo necessario a effettuarne una copia a cura dell’Istituto storico e della Biblioteca Gambalunga. Insieme ai materiali si dovrà allegare il Modulo di partecipazione, scaricabile dal sito dell’Istituto storico (www.istitutostorico.it) o da quello della Biblioteca Gambalunga (www.bibliotecagambalunga.it), per esprimere l’accettazione delle Norme previste dal vigente Bando, e fornire i dati anagrafici richiesti. 

I partecipanti riceveranno al momento della consegna o a ricevimento dei materiali, e comunque entro e non oltre il 1° settembre 2022, una ricevuta di deposito. Saranno accettate anche le testimonianze orali, che verranno raccolte su richiesta degli interessati dai ricercatori incaricati dall’Istituto storico, entro e non oltre il 30 settembre 2022. 

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