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Cronaca

La quiete dopo la tempesta, subito al lavoro per rendere agibile la spiaggia sommersa

Ultimo giorno di lavoro per gli uomini del servizio di salvataggio, con le torrette abbattute resta una sedia in riva al mare. Si fa la conta dei danni, ad avere la peggio la zona tra i bagni 24 e 29 a Marina Centro

La quiete dopo la tempesta. Ma ora resta la conta dei danni e un gran lavoro da fare per sistemare tutto. Il giorno dopo la furia del maltempo, con raffiche di vento che hanno superato i 100 chilometri orari, la spiaggia di Rimini si presenta ancora allagata e con molti interventi da fare. La zona più colpita è quella che va dal bagno 24 al bagno 29, dove a causa della conformazione della spiaggia, con delle pendenze sfavorevoli verso gli stabilimenti, spesso capita di finire a mollo. E’ anche la zona dove in inverno vengono innalzate le dune di sabbia, proprio per proteggere reception, bar e ristoranti. Stavolta la furia è arrivata nel cuore di settembre, agli sgoccioli dell’estate, quando ancora si sperava di noleggiare gli ultimi ombrelloni e sdraio.

Al lavoro per sistemare la spiaggia, una domenica di "passione" dopo gli allagamenti

Le previsioni lo avevano anticipato per tempo: è in arrivo una tempesta. E questo ha consentito di limitare i danni, in molti infatti si erano portati avanti mettendo al sicuro sdrai e ombrelloni. La furia è arrivata e si è portata via tutto quel che ancora si è trovata di fronte. Come le torrette degli uomini del servizio di salvataggio: non ne è rimasta in piedi una e nell’ultima giornata di lavoro della stagione (domenica 18 settembre) i bagnini si sono ritrovati orfani di tutto a controllare il mare su una sedia di fortuna.

Guarda il video: dopo la tempesta si fa la conta dei danni

Tra gli stabilimenti nessuno si è comunque abbattuto. E anzi, musica e disponibilità ad aprire gli ombrelloni per gli avventurieri. In diversi hanno ancora voluto sfruttare la giornata di sole settembrino, dopo la tempesta. Qualche turista straniero è anche tornano in acqua per gli ultimi tuffi. Agli stabilimenti non resta che attendere gli aiuti, con l’acqua da smaltire e fare la conta dei danni. Specialmente per le cabine allagate.

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