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Cronaca

La montagna si sta spopolando, negli ultimi dieci anni 15 comuni tutti in vistoso calo demografico

Dati poco confortanti analizzati da Jamil Sadegholvaad, come presidente della Provincia: "Si tornerà a vivere in Valconca e in Valmarecchia solo se là torneranno servizi e lavoro"

Mentre la popolazione lungo la costa adriatica riminese si consolida, con picchi in alcune realtà di crescita, non si può dire altrettanto dei pasi collinari e di montagna. Dove si registra negli ultimi dieci anni un brusco calo di popolazione e residenti. E’ quanto emerge dai dati raccolti dalla Fondazione Think Tank Nord Est per Sole 24 Ore. Prima gli aspetti positivi: nell’ultimo decennio 2012/2022 crescono Bellaria Igea Marina (+2,58%), Misano (+11,7%) e Rimini (+2, 52%). Segnali confortanti anche da realtà di prima collina, poco distanti dalla città, è il caso di: Coriano (+3,41%), San Giovanni (+4,38%) e Santarcangelo di Romagna (+4,57%). Ma non si può dire altrettanto nelle realtà di montagna, dove in alcuni casi si registrano delle vere e proprie voragini: Casteldelci (-16,82%), Gemmano (-4,47%), Maiolo (-7,55%), Mondaino (-9,35%), Montecopiolo (-12,89%), Pennabilli (-13,83%), San Leo (-6,89%), Sant’Agata Feltria (-12,46%) e infine Sassofeltrio (-6,64%).

Uno scenario, che spinge Jamil Sadegholvaad, nel ruolo di presidente della Provincia di Rimini, a una serie di considerazioni. “L’indagine demografica mette in rilievo due elementi, di cui uno particolarmente delicato. Il primo dato è, nell’ambito di una crescita della popolazione tutto sommato contenuta dei Comuni della costa (fa eccezione Misano con un + 11,7%), si registra un incremento demografico soprattutto nei paesi della fascia intermedia o della prima collina: Coriano, Santarcangelo, San Giovanni e, per estensione, San Clemente. Le motivazioni possono essere diverse: relativa vicinanza dalla città per i servizi e il lavoro, costo degli affitti meno elevato, presenze di aree artigianali con annessi insediamenti abitativi”.

“Ma l’elemento più delicato è l’altro – prosegue Jamil Sadegholvaad -, negli ultimi 10 anni, probabilmente anche a causa dell’accentuarsi della crisi economica e con il ciclone della pandemia, non si è arrestata l’emorragia demografica dei Comuni della fascia collinare e montana. Tutti e 15 i Comuni in calo di residenti appartengono ai territori di Valconca e Valmarecchia. Non è questa la sede per discutere di un problema enorme e vera e propria emergenza nazionale come quello dello spopolamento delle aree interne. Ma, da fresco presidente della provincia, una riflessione mi sento di porla: i residenti, la popolazione non la si riporta in quei comuni con le belle parole. Su questo occorre essere molto chiari: tornerà a vivere in Valconca e in Valmarecchia se là torneranno servizi e lavoro. Vedo ancora molta confusione, anche ‘culturale’, sul tema. Bisogna tornare al realismo e al pragmatismo dell’obiettivo. In Valconca e Valmarecchia bisogna riportare lavoro e dietro al lavoro servizi. Solo così si riuscirà a invertire questa rotta che, detto per inciso, non fa bene neanche al resto dei Comuni della provincia”.

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