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Cronaca

Operazione Titano, interrogato uno degli indagati: "Io all'oscuro di tutto"

"Non sono a conoscenza di banconote false - ha detto Scarpato al giudice - . Ho lavorato in diversi locali a San Marino, ma non so nulla circa la 'neve' che girava al Coconuts"

Ha respinto tutte le accuse Emanuele Scarpato, l'agrigentino arrestato dalla Squadra Mobile di Agrigento, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Rimini nell'ambito dell'operazione antidroga "Titano". "Non sono a conoscenza di banconote false – ha detto Scarpato al giudice - . Ho lavorato in diversi locali a San Marino, ma non so nulla circa la 'neve' che girava al Coconuts". L’agrigentino era stato arrestato insieme ad altre 25 persone: gli indagati, italiani e stranieri, sono accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, spendita di banconote false, estorsione e porto abusivo di armi. Al centro dell'inchiesta una discoteca sul lungomare di Rimini dove lavorava Scarpato, frequentata da giovani agrigentini, che è stata chiusa per 30 giorni dal questore a seguito di spaccio e frequenti risse al suo interno. Il difensore dell'agrigentino, l'avvocato Daniele Re, ha presentato istanza di riesame al il Tribunale della libertà di Bologna.

NUOVO ARRESTO - Un altro arresto è stato effettuato nel corso del pomeriggio di giovedì. A finire in manette è stato un uomo di 24 anni, albanese che stava rientrando dall’Albania. Dopo l’operazione, infatti, la Squadra Mobile della Questura di Rimini ha subito provveduto a inserire in banca dati i provvedimenti restrittivi relativi a tutti colori i quali risultavano attivamente ricercati in tutto il territorio Schengen. Gli agenti della Polizia di Frontiera in servizio allo scalo marittimo di Brindisi, quindi, dopo averlo intercettato e identificato, gli hanno notificato l’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari emesso dal gip.

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