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Cronaca

Pizzolante contro la serie SanPa di Netflix: "Bestie: cercano di travolgere la memoria di Muccioli"

L'ex parlamentare furibondo dopo le prime puntate: "La città di Rimini deve difendere la comunità"

E' furioso, in un post su Facebook, l'ex parlamentare del centrodestra Sergio Pizzolante dopo la messa in onda dei primi episodi della docuserie SanPa su Netflix che racconta tra luci e ombre la storia della comunità di recupero per tossicodipendenti fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli. Cinque episodi, che coprono un arco di circa 15 anni, i cui titoli sono: Nascita, Crescita, Fama, Declino e Caduta. Sebbene San Patrignano ancora esista, infatti, fu in particolar modo negli anni Ottanta e nei primi Novanta che la comunità fu al centro di importanti controversie, spesso legate alla sua rapida crescita e alla sua sempre più grande rilevanza. "Bestie" è il commento di Sergio Pizzolante che, allo stesso tempo, dichiara: "La città di Rimini deve difendere Sanpa. Cercano di travolgere la figura di Vincenzo Muccioli e la credibilità della comunità. San Patrignano è l’esperienza più bella conosciuta nella mia vita.  L’emozione più grande.  Ogni volta che ci vado.  Da quarant’anni ormai. L’immagine della prima volta è la più potente. Ci andai, poco più che ventenne, con Giorgio Benvenuto. A pranzo con Giorgio, Vincenzo, Paolo Villaggio. Vincenzo si difendeva dalle accuse, assurde, di sfruttare il lavoro dei ragazzi che salvava, Giorgio, uno dei più grandi sindacalisti di sempre, che lo difendeva, Paolo tristissimo, il figlio di Paolo che serviva a tavola. Era lì per risorgere. Come migliaia, decine di migliaia, di ragazzi. Me ne sono occupato per decenni. Con grande emozione. Per quanto ho potuto. Continuerò a farlo più che mai. E la città di Rimini deve difendere Sanpa, la nostra più grande opera insieme alla Papa Giovanni. Deve scendere in campo. Tutta. Questa volta. Con forza. Quei ragazzi non possono essere lasciati soli".

SanPa è stata diretta da Cosima Spender ed è la prima docuserie di Netflix Italia e il primo prodotto audiovisivo della società di produzione 42, fondata da Gianluca Neri. Come spiega Netflix, la serie – che sarà disponibile ovunque nel mondo – è stata realizzata "con immagini tratte da 51 differenti archivi", dopo aver fatto "180 ore di interviste" e "attraverso 25 testimonianze". Il racconto dedica molto spazio alla figura di Muccioli, morto nel 1995, ma anche alla comunità da lui fondata e guidata, a quello che ci succedeva all’interno e alle complicate vicende legali che la riguardarono, in particolar modo per i drastici modi che almeno in certe occasioni furono usati per evitare che i suoi ospiti potessero scappare e tornare a fare uso di droghe. Per chi c’era e si ricorda, il riferimento è soprattutto alle vicende di quello che fu noto come “il processo delle catene”, che iniziò nel 1983 e in cui si parlò appunto delle catene messe a polsi e piedi di alcuni “ospiti” della comunità. Un processo che portò a un’iniziale condanna a 20 mesi di carcere per Muccioli, a cui seguì però un’assoluzione con formula piena.

Nei suoi primi episodi, Nascita e Crescita andati in onda il 30 dicembre, SanPa mostra e racconta come la comunità fondata su una collina di Coriano fosse all’inizio qualcosa di simile, quantomeno nell’organizzazione di spazi e attività, a una comunità hippie. E cosa poi la fece crescere, facendo sì che in pochi anni i suoi ospiti passassero dalle poche decine alle diverse centinaia. Negli anni Ottanta, infatti, San Patrignano divenne, come viene detto nel documentario, “qualcosa di enorme”: con strutture e modi sempre più organizzati, e con aspetti che potrebbero di volta in volta far pensare a una grande “comunità” di seguaci/adepti del carismatico Muccioli o, altre volte, a un’azienda che però, come dice Muccioli in un video di archivio mostrato nel primo episodio, rifiutò sempre "incameramenti politici ed ecclesiastici".

Come è facile immaginare, SanPa dedica un certo spazio, soprattutto nel primo episodio, al problema della dipendenza, in particolar modo quella da eroina, e a quello che fu l’epidemia di AIDS, iniziata diversi anni dopo l’apertura della comunità. Ma la serie lascia piuttosto presto il racconto di cosa significhi diventare tossicodipendente e la descrizione di cosa significhi provare a smettere di esserlo per parlare più in generale di Muccioli, delle controversie legate ai modi usati a San Patrignano durante la sua guida e di quanto importante divenne a livello sociale, economico e politico.

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