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Cronaca

Pronto soccorso in apnea, mancano 11 medici. L'Ausl chiede man forte ai reparti per far fronte alla crisi

Situazione critica e ordine di servizio della direzione generale. Il direttore Altini: "Stiamo chiedendo un sacrificio ai colleghi medici, ma in un periodo di tempo limitato. Nessuna ripercussione sulla qualità"

Un Pronto Soccorso allo stremo. Dove mancano sempre più i camici bianchi per l’organizzazione quotidiana. Un problema cronico, strutturale, che parte da lontano e che sta nel post Covid assumendo una dimensione sempre maggiore. A tal punto che nel quadrante dell’Ausl Romagna (Rimini, Forlì, Cesena, Ravenna) su 180 professionisti in organico destinati ai Pronto soccorso, attualmente ne mancano una quarantina. Un numero notevole che va a mettere in crisi l’organizzazione del lavoro. Ora per correre ai ripari, in un quadro emergenziale, la direzione dell’Ausl chiederà ai medici di reparto di andare a turnazione a supporto del pronto. Accadrà a Rimini, città dove a luglio e agosto, con l’arrivo del turismo balneare, il pronto soccorso del degli Infermi anche in una situazione di normalità è sempre sotto pressione.

Inizialmente l’Ausl ha chiesto su base volontaria la disponibilità dei medici di reparto. Ma senza successo. Così ora dovrà essere rispettato l’ordine di servizio inviato dalla direzione generale. Anche se non mancano parecchi malumori. A spiegare la situazione è il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Mattia Altini. “Sappiamo che stiamo chiedendo un ulteriore sacrificio ai colleghi medici, ma in un periodo limitato nel tempo i medici dei reparti dovranno dare supporto. Posso assicurare che si tratta di un tempo limitato, perché da settembre contiamo nell’entrata in servizio dei rinforzi, la graduatoria dopo il concorso è pronta”.

L’ordine di servizio prevede che a scendere, a turno, al Pronto soccorso siano i medici dei reparti di Medicina 1 e 2, Cardiologia, Neurologia, Gastroenterologia e Pneumologia. I camici bianchi hanno manifestato tutto il loro disappunto, anche perché l’organizzazione si complica ulteriormente visto il piano ferie con i vari colleghi che saranno a riposo. Ma al solo pronto soccorso di Rimini mancano, ad oggi, 11 medici. “Il quadro è complicato in tutti i pronto soccorsi della Romagna – rivela Altini -, ma a Rimini sappiamo tutti che in estate il Pronto Soccorso ha numeri differenti rispetto alle altre stagioni”.

Altini vuole però assicurare la cittadinanza. “Sulla qualità del servizio contiamo di non avere ripercussioni. Abbiamo fatto tutto il possibile per reclutare nuove figure, si tratta di affrontare i mesi di luglio e agosto, poi da settembre i tanto attesi rinforzi ci saranno”.

Infermieri preoccupati

Sul tema mostra parecchia preoccupazione Nicola Colamaria, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche che ha organizzato un incontro con le organizzazioni sindacali sul tema della carenza del personale infermieristico e per porre l’accento anche sulle criticità del Pronto Soccorso. “Si discuterà anche della rimodulazione delle attività dei Pronto soccorso della provincia di Rimini. Una situazione annunciata da anni e che negli ultimi mesi si è manifestata in tutta la sua severità. Qualunque rimodulazione delle attività, benchè indispensabile, si rifletterà inevitabilmente sull’attività di triage, sulle tempistiche e sulle modalità di gestione dei pazienti in attesa di visita medica o in trattamento”.

E secondo Colamaria c’è un problema all’orizzonte anche per gli infermieri del Pronto soccorso, sul tema indennità: “Questi cruciali processi sono sostenuti e garantiti dalla presenza dell’infermiere specialista al quale va fornito il sostegno da parte della cittadinanza e delle istituzioni locali nonché la tangibile valorizzazione da parte dell’organizzazione sanitaria. È di oggi la notizia che l’Azienda Usl della Romagna sarebbe intenzionata a non riconoscere più agli infermieri del pronto soccorso e del 118 l’indennità pari a 5,16 euro lorde a turno prevista contrattualmente per il personale che presta assistenza ai pazienti Covid”.

“La tutela della salute dei cittadini si realizza principalmente con la presenza di un numero adeguato di professionisti sanitari che siano formati, competenti, valorizzati e sostenuti da chi si occupa di programmazione sanitaria”, conclude Colamaria.

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