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Cronaca

Rimini città dell'"azzardo", il vicesindaco contrario alle nuove regole del Governo

Gloria Lisi: "L'allarme è per quella sottile linea che separa il passatempo dalla patologia, linea che viene varcata pericolosamente da un numero crescente di persone"

Sono francamente perplessa di fronte alle prime indiscrezioni uscite sulla stampa nazionale relative al decreto legislativo sui giochi d'azzardo; fra le norme in definizione ci sarebbe la fine del cosiddetto “federalismo” dell'azzardo, che dava autonomia ai singoli territori rispetto a limiti, divieti e sanzioni da adottare per contrastare un fenomeno in costante aumento anche sul nostro territorio". A prendere la parola sulle nuove regole pensate dal Governo è il vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, preoccupata per un fenomeno che vede la nostra provincia al 12esimo posto in Italia per volume delle giocate. "L'allarme - prosegue la Lisi - è per quella sottile linea che separa il passatempo dalla patologia, linea che viene varcata pericolosamente da un numero crescente di persone che mette a rischio, oltre a se, anche la propria famiglia. Un fenomeno cresciuto a dismisura negli anni della crisi economica a cui sempre più persone fanno ricorso, quasi come un talismano che però, invece che risollevare le  sorti economiche famigliari, ne affossa quasi sempre le residue forze".

Secondo i dati forniti dal vicesindaco, Rimini risulta al dodicesimo posto in Italia per spesa pro capite al gioco, 1.873 euro all'anno, praticamente più di uno stipendio va in fumo per giocare d'azzardo. Cresce anche chi del gioco ne ha fatto non tanto una passione, ma una vera e propria malattia; solo negli ultimi due anni la media di chi viene seguito dai servizi di dipendenza patologica supera le 50 unità, e il trend non sembra diminuire. Un fenomeno diffuso su larga scala, se pensiamo che sono almeno 18 le sale gioco presenti nel solo Comune di Rimini e, in ambito provinciale, superano abbondantemente quota 300 gli esercizi con locali da gioco, per un totale di “macchinette” che supera quota 1.900.

A livello nazionale, quello del gioco d'azzardo è la terza industria del paese e copre da solo, in media,il 12% della spesa delle famiglie. Lo Stato introita dal gioco d'azzardo cifre considerevoli, che con il nuovo decreto aumenterebbero perchè aumenterebbe la tassa sul profitto, che porterebbe il prelievo fiscale dall'attuale 13,1% all'ipotetico 15,6%. Un vero e proprio conflitto interno, se pensiamo che da una parte lo Stato introita i proventi corposi delle tasse sui giochi e dall'altro, promuove campagne di sensibilizzazione e finanzia servizi per il contrasto. Una vera e propria “schizofrenia etica” che rischia di indebolire ulteriormente le azioni locali di contrasto.

"Su tematiche così delicate per le famiglie - conclude Gloria Lisi - trovo sia invece doveroso prendere una posizione netta e precisa. Ricordo a tal proposito che solo qualche mese fa, sono state ben 3.200 firme raccolte a Rimini e Riccione da parte del comitato riminese (composto dalle associazioni che a diverso titolo si occupano di legalità e contrasto alla criminalità), e che ho consegnato in Regione a sostegno della legge popolare di contrasto al gioco d'azzardo. Un patrimonio che poi ha portato anche al sostegno dell'iniziativa della Regione Emilia Romagna “free slot”, per sostenere quegli esercizi commerciali che non ospitano macchinette e slot. Non solo, a Rimini centro, abbiamo attivato uno sportello di consulenza per gli anziani e le loro famiglie, presso il circolo sociale per anziani di via Montecavallo 24, con una psicologa che riceve per due lunedì ogni mese. Sono iniziative concrete queste che vanno aldilà del semplice divieto e sanzione, ma segnano anche una posizione etica che spero venga presa in considerazione, al pari di altri fattori, da parte del Governo.

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