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Cronaca

Vaccino di Oxford efficace fino al 90%, l'immunologo riminese Gorini: "Fare parte di questa impresa è un onore incredibile"

"Dopo un anno lontano da casa, in solitudine e con solo questo progetto a scandire il tempo, sono sopraffatto dalla notizia ed è difficile per me descrivere come mi sento"

Il vaccino contro il nuovo coronavirus sviluppato dall'Università di Oxford con le aziende Astrazeneca e Irbm di Pomezia ha rivelato un'efficacia media del 70 per cento. I dati sono stati comunicati lunedì mattina, circa una settimana dopo la diffusione delle stime relative ad altri due prodotti, di Pfizer-Bointech e Moderna. E allo Jennef Institute di Oxford, dove è stato messo a punto il vaccino, lavora anche l'immunologo riminese Giacomo Gorini, ex allievo di un altro riminese, il professor Roberto Burioni. Gorini in questo lungo anno ha sempre condiviso passo per passo le speranze e l'impegno per questa dura battaglia contro il covid e finalmente gioisce per i grandi risultati figli di un costante e difficile lavoro. "I sacrifici dei miei colleghi, di tutti noi, hanno dato frutto e il vaccino di Oxford-AstraZeneca ha dimostrato efficacia", afferma Gorini.

Cosa prova in questo momento?
"Avere dato un contributo ed essere stato presente in questa impresa è un onore indescrivibile. Dopo un anno lontano da casa, in solitudine e con solo questo progetto a scandire il tempo, sono sopraffatto dalla notizia ed è difficile per me descrivere come mi sento. E' davvero una bella giornata".

L'efficacia media è del 70%, ma il vaccino arriva a un'efficacia più alta. Può spiegare?
"Non tutti i volontari sono stati vaccinati allo stesso modo. Noi abbiamo osservato un'efficacia media del 70%. Un gruppo di persone sono state vaccinate con due dosi intere: una prima volta è stata somministrata la dose 1 intera e un mese dopo la dose 2 intera, e loro hanno dimostrato un'efficacia del 62%. A un altro gruppo di persone è stata somministrata prima mezza dose e poi un mese dopo la dose intera, e su questo gruppo lo studio ha dimostrato il 90% dell'efficacia".

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Le persone in futuro verranno vaccinate con la seconda modalità?
"In questo momento non sta a me dirlo, ma i risultati fanno pensare a questa prospettiva"

L'emozione più forte?
"Una grande gioia. In questo momento provo soprattutto grande rispetto e ammirazione per il team di colleghi e senior scientists che hanno lavorato incessantemente durante quest'anno per tirarci fuori da questa brutta situazione. Siamo contenti, non ci sono parole per descrivere questo anno".

Ha già parlato con la sua famiglia?
"I miei genitori sono molto contenti, ma fra tutti facciamo fatica a renderci conto di quello che è successo. Anche io adesso sono abbastanza frastornato, sento tanta ammirazione e rispetto per chi in questi mesi non si è fermato un attimo in questa dura lotta. E anche io personalmente non ho avuto altro. In queste ore la notizia di sta spargendo, sto ricevendo molte richieste per parlare del vaccino, ma adesso preferisco aspettare e godermi il momento e riflettere su questo anno passato. Adesso, piano piano, realizzerò quello che sta succedendo".

Invece, rispetto al vaccino, come riporta l'agenzia Dire, secondo la Bbc, "i risultati dei test saranno visti al contempo come un trionfo e come una delusione, perché i vaccini proposti da Pfizer e Moderna hanno rivelato un'efficacia di circa il 95 per cento". L'emittente britannica ha sottolineato però che rispetto agli altri prodotti il preparato dell'Università di Oxford, di Astrazeneca e di Irbm è "più facile da conservare e da far arrivare in ogni angolo del mondo". I test sono stati effettuati su circa 20.000 volontari, per metà nel Regno Unito e per metà in Brasile. Le aziende che hanno collaborato con Oxford sono appunto Irbm Science Park, società italiana, fondata nel 2009, operante nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica, e Astrazeneca, azienda biofarmaceutica svedese-britannica. Il suo focus sono la ricerca scientifica, lo sviluppo e nella commercializzazione di farmaci con obbligo di prescrizione medica per patologie cardiovascolari, metaboliche, respiratorie, infiammatorie, autoimmuni, oncologiche, infezioni e disturbi del sistema nervoso centrale.

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