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Caso Alpini, si è dimessa la referente della conferenza delle donne democratiche riminesi

Il segretario del Pd Filippo Sacchetti: "Assunzione di responsabilità personale che ci invita a farci carico di una discussione irrisolta". La Lega: "Epurata perché non fedele alla linea sul caso"

Nel frenetico rincorrersi di notizie e dichiarazioni di questi giorni sul tema "presunte molestie alle donne durante l'Adunata", si registrano le dimissioni di Sonia Alvisi da referente della conferenza delle donne democratiche riminesi. Un incarico che ha svolto per anni in dialogo aperto con il partito democratico sulle questioni fondamentali della parità di genere e della tutela dei diritti a 360 gradi.

"Questo dimostra una grande assunzione di responsabilità personale ma ci invita tutti a farci carico seriamente di una discussione irrisolta, senza perdere di vista il merito e la sostanza. Siamo riusciti a dividerci e a farne una lotta politica (motivata da un errore comunicativo non condiviso) mancando l'obiettivo di una riflessione complessa rispetto a una cultura della prevaricazione che non deve trovare spazio mai, soprattutto in una manifestazione che si svolge a casa nostra. E questo riguarda occasioni molto più ampie e ricorrenti della trascorsa adunata degli alpini" lo dice Filippo Sacchetti, segretario provinciale del Partito Democratico di Rimini.

"Ci sono rappresentanti delle istituzioni che hanno usato parole chiare e inappellabili, parole che non lasciano nessun dubbio all'interpretazione o a una presunta opportunità, come quelle ministro della difesa Guerini, parole che in cui non possiamo che riporre fiducia per un vero cambiamento culturale. Da qui deve ripartire una discussione complessa sulle politiche della parità che i partiti (ancor di più quelli animati dai valori progressisti e di giustizia sociale) hanno il dovere di affrontare, non solo a livello mediatico".

“Le dimissioni di Sonia Alvisi, epurata perché non fedele alla linea sul caso delle presunte molestie durante l’adunata degli Alpini, danno la misura dello scadimento del dibattito interno al Partito Democratico. Quello che però accade in quella formazione politica non è affar nostro, ma lo diventa quando si cerca di gettare scientemente discredito contro il glorioso Corpo degli Alpini. Come cittadini modenesi, non vorremmo che ora la scure della censura dei presunti democratici, cada anche su quegli esponenti Pd della nostra città che giustamente hanno candidato Modena quale sede del prossimo raduno nazionale delle Penne Nere. Se verranno accertati casi che meritano di essere sanzionati sarà giusto procedere, ma la sinistra si tolga dalla mente di scaricare il suo rancore su chi, in divisa, ha fatto, fa e farà grande il nome dell’Italia in tutto il mondo”. Così Stefano Corti e Roberto Paolo Ferrari, parlamentari della Lega componenti del dipartimento Difesa del partito.

Condanna “di ogni episodio di molestia e di violenza contro le donne, con l'auspicio che venga fatta al più presto chiarezza, e, qualora vi fossero responsabilità, la punizione degli autori dei reati commessi”, ma anche solidarietà “al Corpo degli Alpini, la cui immagine è stata lesa dai comportamenti di singoli individui”. Lo chiede Fratelli d’Italia in una risoluzione con cui chiede l'impegno dell’Assemblea legislativa. Fdi ricorda che il Corpo degli Alpini, nato 150 anni fa, dal 2023 potrà fregiarsi, per volontà del Parlamento, della celebrazione della “Giornata” degli Alpini. La solidarietà è necessaria, perché, scrive Fdi, “deprecabili episodi di molestia e violenza contro le donne non possono mettere in discussione la storia centenaria del Corpo degli Alpini, le gesta eroiche, i valori che incarnano e la celebrazione della 'Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini'”.

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