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Cronaca

Cgil e Cisl attaccano Vanni. "I marinai di salvataggio non guardano i cocali, il servizio andava esteso"

Presa di posizione dei sindacati nei confronti del presidente di Confartigianato Imprese Demaniali: "Si colga l’occasione della riforma delle concessioni per ridefinire un quadro organizzativo del salvamento"

I sindacati vanno a gamba tesa nei confronti di Mauro Vanni, presidente di Confartigianato Imprese Demaniali, in riferimento alla sua posizione espressa sul prolungamento del servizio di salvataggio. "Parole che sarebbero talmente grossolane da non meritare attenzione, ma la loro gravità va denunciata", dicono Mirco Botteghi (Cgil) e Sonia Lorenzini (Cisl). Il lavoro dei marinai di salvataggio non è “guardare i cocali” tuonano i sindacalisti. "Come per tutti i servizi pubblici essenziali anche quello dei marinai di salvataggio è un lavoro altamente qualificato. Questa professionalità non si esprime “guardando i cocali” ma attraverso vigilanza e prontezza di riflessi quando un pericolante in mare necessita soccorso. Questi contenuti professionali valgono ancor di più quando c’è scarsa affluenza in acqua; dovrebbe saperlo bene Mauro Vanni, che peraltro, tra gli altri incarichi, ricopre quello di Direttore della locale sezione della Società Nazionale di Salvamento".

"Nel 2020, dopo il lockdown, gli stabilimenti balneari hanno aperto il 18 maggio. C’era tanta voglia di libertà e le spiagge sono state immediatamente prese d’assalto. La Regione Emilia-Romagna, tramite bando, elargì 1,5 milioni di euro a fondo perduto agli stabilimenti balneari per pagare il servizio di salvamento. Il risultato fu che, nonostante le nostre proteste e le spiagge piene, quell’anno i marinai salirono in torretta il 13 giugno" sostengono i sindacati. Che aggiungono: "Il livello del dibattito pubblico e della sensibilità dei concessionari demaniali su questi temi è quello che si legge. Noi ribadiamo con forza un concetto: si colga l’occasione della riforma delle concessioni per ridefinire un quadro organizzativo ed economico del salvamento, sganciandolo definitivamente dalle imprese balneari ed affidandolo direttamente al Pubblico".

"I Comuni che hanno convocato la riunione per l’ordinanza balneare integrativa, al netto delle decisioni, hanno improntato la loro azione al rispetto dell’ordinanza balneare regionale che prescrive appunto un confronto locale - conclude la nota -. Anche il Comune di Bellaria Igea Marina, come gli altri, aveva ricevuto una nostra disponibilità al confronto fin dal 4 agosto scorso. Non siamo stati interpellati e i marinai di salvataggio scenderanno dalle torrette la sera dell’11 settembre. Se questa decisione fosse un mero distinguo politico sarebbe grave, perché su temi come questi bisogna stare al merito e non alla politica. Nei prossimi giorni valuteremo insieme ai marinai di salvataggio di Bellaria – Igea Marina quali iniziative mettere in campo".

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