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Cronaca

La Cgil dopo la scossa di terremoto: "Subito un piano di consolidamento antisismico degli immobili"

Il territorio riminese è stato classificato come sismico solo a settembre del 1983, quando oltre il 70% degli edifici era già stato realizzato

Grande paura ma per fortuna nessuna conseguenza per le persone e danni non ingenti alle cose. Il terremoto, che fortunatamente è avvenuto in mare, è stato avvertito in maniera molto forte anche nel territorio riminese che è stato classificato come sismico solo a settembre del 1983, quando oltre il 70% degli edifici era già stato realizzato.

Ma la consapevolezza del rischio non può essere avvertita soltanto per effetto dell’allarme creato dalle scosse di terremoto. "A questo proposito la Fillea Cgil, denuncia, ancora una volta, la mancanza di politiche strutturali e di un’attenzione profonda e duratura, da parte della politica nazionale, in merito alla messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico - scrive il segretario generale Fillea Cgil Renzo Crociati -. Un’urgenza che riguarda anche la provincia di Rimini per la quale è necessaria la realizzazione completa di un piano di consolidamento antisismico degli immobili, a partire da quelli pubblici, essendo classificati come zona sismica di livello 2, come convenuto con il Patto per il Lavoro e il Clima. A fronte di tale classificazione i proprietari di abitazioni, di alberghi ma anche di imprese all’interno delle quali ogni giorno si trovano i lavoratori, possono, sin da subito, iniziare i lavori di adeguamento antisismico usufruendo delle agevolazioni previste".

"Riteniamo necessario arrivare ad un testo unico degli incentivi - conclude la Cgil -, da mantenere anche in futuro, con agevolazioni proporzionali al miglioramento delle classi energetiche e di sicurezza antisismica. La detrazione, che rappresenta forse l’unica misura significativa adottata in questi anni per agevolare gli interventi sugli immobili contro il pericolo sismico, deve essere mantenuta rendendo la cessione del credito più fluida a chi ha redditi bassi. Un’agevolazione molto importante che andrebbe divulgata e sostenuta con forza non solo dalle parti sociali, ma anche dai datori di lavoro e dalle amministrazioni comunali".

In conclusione: "E’ necessario assumere da parte di tutti, la consapevolezza che i costi di una manutenzione preventiva sarebbero nettamente inferiori rispetto a quelli che si dovrebbero sostenere per la ricostruzione dopo le tragedie, sia in termini umani che economici".

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