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Cronaca

Femminicida assolto per incapacità di intendere e volere, i parenti della vittima aggrediscono l'avvocato difensore

Momenti di tensione alla lettura della sentenza per l'omicidio di Angela Avitabile, il legale di Raffaele Fogliamanzillo scortata fuori dal Tribunale dal personale della Polizia di Stato

Assolto perchè completamente capace di intendere e volere, Raffaele Fogliamanzillo a processo per il femminicidio della moglie Angela Avitabile dovrà passare i prossimi 20 anni in una Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza. Una assoluzione chiesta anche dal pubblico ministero, Luca Bertuzzi, al Collegio alla luce della perizia psichiatrica che definiva il 62enne affetto da vizio totale di mente. Alla lettura della sentenza i famigliari della vittima si sono scatenati aggredendo verbalmente, con una sequela di insulti, l'avvocatessa Viviana Pellegrini che seguiva l'imputato. Momenti di forte tensione tanto che, il legale, è stato scortato fuori dal Palazzo di Giustizia di Rimini dal personale della Polizia di Stato che l'ha accompagnata fino a casa temendo per la sua incolumità. "In tanti anni di professione e con tanti omicidi seguiti - ha spiegato l'avvocatessa ancora scossa - questa è la prima volta che mi capita una cosa del genere. Con tutto il rispetto e il dolore per una vicenda così tragica, mai mi sarei aspettata una reazione così". A nome dei parenti e degli amici della vittima è stata la figlia Anna a commentare la sentenza spiegando che "Non mi aspettavo un proscioglimento per infermità mentale. Mia mamma meritava giustizia, che il suo assassino venisse condannato per quello che ha fatto. Vent'anni di Rems sono pochi per un uomo che ha ucciso la mamma dei suoi figli e la nonna dei suoi nipoti davanti agli occhi di uno di loro. Abbiamo atteso pazientemente per un anno, siamo molto delusi e arrabbiati per questa conclusione, ma la nostra battaglia non finisce qui: non ci fermeremo fino a che non avremo ottenuto giustizia".

Femminicidio in via Portogallo

Il femminicidio si era consumato nella serata del 22 aprile 2022 nell'appartamento della coppia in via Portogallo quando il 62enne Raffaele Fogliamanzillo, roso dalla gelosia esasperata dai suoi problemi di natura mentale, aveva accoltellato a morte la moglie coetanea. Tra i due, che dovevano accudire i nipoti, era scoppiata l'ennesima lite. Secondo gli inquirenti della polizia di Stato ad accendere nuovamente la miccia della gelosia era stata una recente operazione alla cataratta subìta dal 62enne che a suo dire era "tornato a vedere chiaro" individuando l'inesistente amante della donna. La situazione, però, era degenerata al punto tale che verso le 21 Fogliamanzillo aveva afferrato un coltello a serramanico con il quale aveva colpito più volte la moglie infierendo sul collo di lei fino ad ucciderla. Nonostante il trambusto, secondo quanto emerso, i nipoti dei due presenti nell'appartamento non si sarebbero accorti di nulla.

Dopo aver commesso il delitto, il 62enne era uscito di casa per avviarsi negli uffici della Questura di Rimini dove si è presentato, pare in stato confusionale, per confessare l'omicidio. Nel frattempo l'uomo aveva telefonato anche alla figlia che, allarmata, aveva a sua volta chiamato i carabinieri. In via Portogallo erano così accorse le Volanti della Polizia di stato e i carabinieri con gli agenti che avevano trovato il cadavere della 62enne in una pozza di sangue. Nell'appartamento era intervenuta la Scientifica per i rilievi di rito mentre Fogliamanzillo era stato ascoltato in Questura alla presenza del magistrato di turno con l'uomo che aveva sostanzialmente confessato l'omicidio. I problemi di natura mentale dell'uomo erano emersi anche nel corso dell'interrogatorio di garanzia durante il quale il 62enne, in lacrime, aveva negato che la moglie fosse morta: "Lei è ancora viva - aveva raccontato al giudice - e se è morta voglio vedere il suo corpo e andare al suo funerale". Frasi deliranti che si sono aggiunte al movente, quello della gelosia, che lo avevano spinto ad aggredire la Avitabile con un coltello a serramanico nella convinzione che donna avesse un amante. Accecato da questa convinzione e dal fatto che quella sera la moglie lo avrebbe apostrofato con un "cornuto", il 62enne aveva infierito sulla donna con 12 fendenti.

Per il perito nominato dal gip del Tribunale di Rimini al fine di valutare la capacità di intendere e volere di Raffaele Fogliamanzillo, il 62enne era completamente incapace di intendere e volere. Secondo Renato Ariatti, infatti, l'uomo "già da tempo presentava un delirio paranoide" riferito al sospetto infondato che la moglie lo tradisse. Un quadro clinico che ha portato "non a una schizofrenia dissociata ma a uno sviluppo di una sindrome paranoide" che lo ha portato ad "autoconvincersi" del comportamento fedifrago della donna arrivando a "un vero e proprio delirio". Per il perito del gip, inoltre, Fogliamanzillo è anche un soggetto "socialmente pericoloso" in grado di nuocere a sè stesso e agli altri. Una conclusione che, però, era stata rigettata dalle parti civili costituitesi al processo e che rappresentano i famigliari della vittima. Questi, infatti, avevano chiesto e ottenuto una seconda perizia di parte sostenendo che il 62enne è invece in grado di intendere e volere e di affrontare il processo.

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