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Cronaca

Frode in sponsor di gare d'auto, fatture false per 20 milioni

Tre arresti e un sequestro preventivo per otto milioni di euro. E’ questo il bilancio della Guardia di Finanza di Rimini che ha interessato il settore delle sponsorizzazioni delle gare d’auto

Tre arresti e un sequestro preventivo per otto milioni di euro. E’ questo il bilancio della Guardia di Finanza di Rimini che ha interessato il settore delle sponsorizzazioni delle gare d’auto. L'inchiesta, coordinata dal pm Gemma Gualdi, ha portato a un'ordinanza di custodia in carcere e di sequestro preventivo firmata dal gip Stefania Di Rienzo. Le accuse sono di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di scritture contabili.

Secondo gli investigatori, i reati sono stati commessi attraverso società create appositamente nel settore delle sponsorizzazioni delle gare. I proventi dell'attività illegale sarebbero stati trasferiti in Svizzera e a San Marino. Sono state create tre società con sede a Coriano e una nel Delaware (Stati Uniti) tutte facenti capo a R.P., imprenditore ed ex pilota, che si sarebbe avvalso di 'soggetti di comodo' della provincia di Torino e di un italiano residente in Svizzera quale 'professionista' per offrire consulenza sulle attività di riciclaggio nel paese elvetico dei proventi del giro di false fatture.

Sono stati trovati anche prestanome compiacenti, ovviamente nullatenenti, sui quali trasferire le quote delle società e le relative responsabilità amministrative e penali. Sull'imprenditore grava anche l'accusa più grave, quella di riciclaggio. I team reperivano il denaro per lo svolgimento delle manifestazioni comprese quelle per i compensi in nero del personale utilizzato per le gare.

Gli sponsor ottenevano un vantaggio economico, perché a fronte di fatture gonfiate con costi fittizi, pagavano alle scuderie una piccola percentuale dell'importo indicato in fattura. Il servizio era in pratica di un 'pacchetto di risparmio fiscale'. Le fatture false relative ai costi fittizi ammontano a 20 milioni di euro. Un prestanome, cittadino marocchino, è ricercato. I sequestri preventivi riguardano due appartamenti a Vistorio (Torino) e Borghi, auto, un motociclo di grossa cilindrata, quote societarie e rapporti bancari/postali per un milione di euro.

I militari si sono avvalsi dei risultati dell’ispezioni svolte dall’Agenzia delle Entrate – Ufficio Antifrode che avevano originato il procedimento penale. Al momento sono state constatate le sole annotazioni di fatture false relative ai costi fittizi, per oltre 20 milioni di euro.

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