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Cronaca

Tutti al mare ad aprile, gli stabilimenti aprono. Il bagnino d'Italia: "Ci ridevano dietro, invece si può fare"

Molti stabilimenti giocano d'anticipo e sono pronti ad aprire per Pasqua. Il Tiki 26 ci crede da anni, il bagnino Pagliarani: "Il mondo sta cambiando, con i giusti servizi la spiaggia è viva da marzo a ottobre"

A Rimini c’è già voglia d’estate. L’ultimo fine settimana di marzo, complici le gradevoli temperature, ha visto migliaia di persone riversarsi sulle spiagge. Prima tintarella. Ma anche beach volley e altre attività sportive. Ora si anticipano i tempi, con molti balneari già pronti ad aprire stabilimenti e attività, in vista anche della Pasqua. Il primo a credere nel “mare d’inverno” è stato il bagnino d’Italia, al secolo Gabriele Pagliarani, che a dire il vero già da anni propone il suo bagno Tiki 26 anche fuori stagione. “All’inizio ci ridevano dietro, ma la mentalità sta cambiando. Noi siamo stati dei precursori ma la spiaggia si può vivere ormai quasi tutto l’anno, è la gente che ce lo chiede. E si può fare ancora molto e di più”.

Gabriele Pagliarani, per voi del Tiki 26 la stagione è già partita da un pezzo. La stupisce che altri aprono?

“Il nostro motto di una spiaggia da vivere tutto l’anno è da sempre in crescita, mi fa piacere che altri stanno finalmente capendo l’opportunità. Se facciamo squadra possiamo solo rafforzare il nostro prodotto. All’inizio c’era chi ci rideva dietro, ora si inizia a capire l’opportunità. Io nasco come bagno 26, poi con i miei soci abbiamo cambiato strategia e i risultati ci sono stati”.  

Per lavorare più a lungo, fuori stagione, sono però essenziali i servizi. E’ questa l’unica chiave di volta?

“I servizi in questo mondo sono fondamentali. E se facciamo gruppo possiamo anche aumentarli, con maggiori offerte per chi vive la nostra spiaggia. L’unione fa la forza. E noi dobbiamo essere innovativi, soprattutto visto che nel turismo si parla di concorrenza su scala mondiale, contro tantissime località rinomate. Noi nel piccolo del Tiki abbiamo costruito quello che si può definire un villaggio in riva al mare, con lo sport, i personal trainer, ora porteremo anche le biciclette da spinning. Con i miei soci, perché siamo un gruppo dietro all’impresa, non abbiamo mai smesso di investire: dalla ristorazione agli optional, lo stiamo facendo ancora oggi anche non sappiamo quale sarà il nostro futuro”.

E’ contento che altri stabilimenti decidono di giocare d’anticipo sull’estate?

“Pasqua è tra dieci giorni e c’è un clima gradevole, perché su una concessione bisogna lavorare 3 o 4 mesi all’anno? Io non ho scoperto l’acqua calda, ci abbiamo provato, ci siamo sentiti di provare a fare qualcosa di diverso. E già quindici giorni fa, senza prenotazione, non c’era un tavolo libero per mangiare. Non dico di restare aperti tutti i giorni, ma puntiamo ai fine settimana. Noi restiamo aperti tutti i giorni perché ci piace fare gruppo, per questo siamo vicini al Rimini Calcio, ma provare nuovi servizi ripaga. Credetemi. Per noi è una crescita, ci crediamo da marzo a ottobre”.

Parola di bagnino d’Italia?

“Parola di bagnino d’Italia, un soprannome che nasce da una turista che veniva sempre in vacanza da Bologna. Io non lo nego, mi piace apparire, stare in mezzo alla gente, ma credo anche di essere un buon portavoce per tutti. Dico quello che penso in maniera semplice, tranquilla, cercando di essere simpatico e sempre con il sorriso”.

Ma sui futuri bandi per le concessioni balneari non è preoccupato?

“Sono molto preoccupato, ma non ho mai smesso di investire in quello in cui credo. Ciò che più mi spaventa è che non si riesca a reggere alla concorrenza di eventuali multinazionali, non mi perdonerei mai se vanno in frantumi le nostre caratteristiche, il nostro modo di fare accoglienza. Perché la Riviera Romagnola ha saputo costruire un sistema turistico che ammiro e riconosco, anche se io mi immagino che si deve lavorare per un’evoluzione”.

Ai suoi colleghi balneari cosa dice?

“Noi, forti di tre soci, negli anni Duemila abbiamo iniziato a cambiare il nostro modello. Ci davano per matti. Ma ciò che proponiamo nasce dal dialogo con i clienti, facciamo questionari, ci indicano le necessità: dai giochi alla musica. Io credo che si deve fare più gruppo e non avere paura di accorparsi, se con l’obiettivo di aumentare i servizi e le prospettive di ricavi. Il mondo non è più quello di una volta. Capisco la situazione attuale, in tanti non sappiamo quale sarà il nostro destino, ma definite le nuove concessioni bisogna tornare a investire con un’altra mentalità”.

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