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Cronaca

Nuovo assalto di lupi in una fattoria, uccise due pecore. Coldiretti: "Servono interventi concreti"

I predatori hanno attaccato un gregge dell’azienda agricola di Zani Monica a Maiolo, uccidendo due pecore

Ormai oltre ai cinghiali, i cui danni quasi non fanno più notizia dato che sono praticamente all'ordine del giorno, anche quelli provocati dai lupi sono in crescita esponenziale poiché gli attacchi a mandrie ed allevamenti si stanno purtroppo ripetendo con preoccupante frequenza. "Tanto che – denuncia Coldiretti Rimini - allevatori e pastori sono letteralmente esasperati per via dell’impossibilità di portare avanti un lavoro già per se stesso duro e ora addirittura vanificato dalle razzie notturne e diurne dei lupi".

Gli assalti agli allevamenti ormai non si contano più, come sottolinea Guido Cardelli Masini Palazzi, Presidente di Coldiretti Rimini – l'ultimo è avvenuto pochi giorni fa, durante il giorno, con i predatori che hanno attaccato un gregge dell’azienda agricola di Zani Monica a Maiolo, uccidendo due pecore”. La stessa azienda aveva subito altri attacchi meno di un anno fa e anche in quel caso erano state aggredite e uccise delle pecore. “Con il ritorno del lupo, il lavoro dei pastori e degli allevatori è notevolmente cambiato divenendo - afferma Cardelli Masini Palazzi - sempre più complesso e oneroso e stravolgendo le abitudini di una pratica storica. Non è infatti più possibile lasciare gli animali allo stato brado, impiegando il tempo in tutte le altre attività che caratterizzano il lavoro in collina e montagna, dalla mungitura del latte alla fienagione. Negli ultimi anni si è infatti reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle da attacchi di lupi poiché recinzioni e cani da pastore a volte non sono sufficienti a scongiurare il pericolo”. 

“Inoltre - precisa la titolare dell’allevamento Monica Zani - un altro attacco è stato sventato dai due dei miei cani pastore che hanno salvato le pecore, ma che a loro volta sono stati feriti. Proveremo a contattare il consulente dedicato alla prevenzione danni da fauna messo a disposizione dalla Regione – prosegue Zani – così da verificare cosa consiglia per la difesa delle greggi perché purtroppo a queste condizioni sarò costretta a vendere le pecore e cessare l’attività”.

"Oltre a dover fare la conta dei danni diretti, quelli relativi agli animali uccisi, gli allevatori subiscono infatti anche pesanti perdite economiche indirette, per i quali non è prevista alcuna forma di indennizzo. In seguito agli attacchi, infatti, oltre agli animali che si disperdono (e se le carcasse non vengono trovate l’allevatore non ha nemmeno diritto al risarcimento), c’è da mettere nel conto lo stress subito dalla mandria, dentro la quale poi si registrano aborti e drastiche riduzioni della produzione di latte, tutti fattori che comportano enormi danni economici", viene rimarcato. 

“I risarcimenti - afferma Giulio Federici, Direttore di Coldiretti Rimini - dovrebbero quindi essere congrui ai danni diretti e indiretti subiti perché i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, ma solo un dovuto sostegno a chi deve ricostituire un’azienda compromessa da fattori esterni, come appunto i lupi che, in condizioni normali non dovrebbero potersi spingere nelle nostre realtà territoriali fino ad una mandria al pascolo o ad un gregge”. La Regione Emilia Romagna sul fronte dei danni – precisa Giorgio Ricci, vicedirettore di Coldiretti Rimini– interviene con finanziamenti per la prevenzione, ma le risorse sono insufficienti e in molti casi gli attacchi si manifestano anche in presenza di recinti, dissuasori acustici, cani da guardiania.

“Occorre – conclude Ricci - intervenire sulla questione lupi e trovare soluzioni per contrastare in concreto una situazione inaccettabile per gli allevatori riminesi che hanno investito nella zootecnia e che col loro lavoro garantiscono anche un importante presidio alle nostre colline, imprenditori che ormai hanno raggiunto il limite di sopportazione e si aspettano risposte adeguate per una convivenza tra uomo e lupo che non li costringa più a cessare l’attività”.

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