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Cronaca

Serrande abbassate nella capitale del turismo, dai bar ai vestiti in dieci anni persi 280 negozi

I dati di Confcommercio confermano una crisi profonda, si perdono negozi al dettaglio, bar e distributori. Sembrano resistere solo ristoranti e farmacie. Male gli hotel, ha chiuso il 10%

Non si salva nemmeno la capitale del turismo. Terra di vacanze e di svago. Di cultura e di divertimento. In un’Italia che vede in 10 anni le serrande abbassate di 100 mila negozi e di 16 mila ambulanti, anche Rimini paga il prezzo della crisi del commercio. Ha influito il Covid, ma in realtà è un malessere che parte da lontano. Complici molti fattori: l’avvento dei centri commerciali e la facilità di reperire qualsiasi tipo di prodotto attraverso Internet. E così la capitale del turismo italiano vede in dieci anni, dal 2012 al 2022, un gap di serrande abbassate pari a 280 attività. Il proliferare di ristoranti e farmacie, tra i pochissimi settori in controtendenza, non bastano certo a colmare una profonda emorragia. Il quadro emerge dall’attento studio “Imprese e Città – Demografia d’impresa nelle città italiane” elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio.

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Tra centro e quartieri a Rimini la differenza non è mai così marcata. Le serrande abbassate sono un evento che si registra un po’ a tutte le latitudini. In centro città nel 2012 c’erano 811 attività, ora sono 697, per un -114. Per quanto riguarda le zone non centrali si passa da 1309 negozi a 1143, -166. A pagare il prezzo più caro sarebbero stati i distributori di carburante: su 47 che esistevano a Rimini nel 2012 ora sono scesi a 28. Ma il prezzo più salato lo pagano i negozi classici, come i settori dell’abbigliamento, del calzaturiero, le profumerie e i fioristi che passano da 797 a 596 senza grosse differenze tra centro e zone periferiche.

Anche i bar vanno male. E di certo non sta aiutando l’attuale caro bollette. Il settore sembra essere tra i più martoriati dalla pandemia, visto che in soli tre anni in centro si è passati da 158 bar (nel 2019) a 144 del 2022. Mentre nelle zone non centrali il dato dice 283 caffè nel 2019 contro i 244 rimasti lo scorso anno. Vanno bene i ristoranti, che sono in crescita, ma non è certo un dato in grado di fermare il pesante quadro generale: se nel 2019 c’erano 583 ristoranti oggi sono 604, sempre secondo quanto riporta lo studio. Aumentano sul territorio anche le farmacie: a Rimini sono passate dalle 40 aperte nel 2012 alle 53 attuali, di cui 19 nelle zone centrali e 34 fuori (erano rispettivamente 14 e 26 dieci anni fa).

Il commercio a Rimini

Il Comune di Rimini rientra tra le 120 città medio-grandi prese in analisi e viene suddiviso, in base al codice di avviamento postale, in aree cittadine più centrali e meno centrali. Sul territorio per quanto riguarda il commercio al dettaglio in generale, la curva è nettamente al ribasso: 811 le imprese attive nell’area centrale nel 2012, 697 dieci anni dopo (-14%); quelle nelle zone meno centrali erano 1.309 dieci anni fa, scese a 1.143 nel 2022 (-12%).

Spopolano i supermercati

In un quadro di complessiva sofferenza, chi non sembra risentire della crisi è la grande distribuzione. Tiene saldamente la sua fetta di mercato la grande e media distribuzione (supermercati, ipermercati, gdo) ovvero esercizi specializzati alimentari e non: nel 2012 erano 42 le strutture nelle aree centrali di Rimini e così rimangono dieci anni dopo, mentre nelle zone più esterne aumentano, passando da 83 a 86 unità.

Si è invece evidenziata una sorta di riallocazione per quanto riguarda il dettaglio alimentare specializzato (frutta e verdura, carni, pesci, pane, torte e dolciumi, bevande e altri prodotti alimentari) che si sposta dalle zone centrali alle periferie: in centro passa da 92 nel 2012 a 82 dieci anni dopo, mentre gli esercizi collocati fuori dal centro aumentano a 139 rispetto ai 132 di dieci anni fa.

Stessa situazione si registra per le tabaccherie (dieci anni fa erano 40 nelle zone più centrali, ora 38; 78 nelle zone periferiche, ora 82), per il commercio ambulante che in questo decennio si è spostato nelle zone più centrali (da 96 a 107 unità) calando però nelle aree meno centrali (da 261 a 223 unità) e per i negozi specializzati di apparecchiature informatiche e telecomunicazioni, ma a parti invertite: quelli ubicati nelle aree centrali ora sono 15 a fronte di 13 esercizi attivi nel 2012, quelli in periferia calano a 19 rispetto ai 21 di dieci anni fa.

Male gli hotel

Per quanto riguarda i servizi di alloggio (alberghi, ma anche case vacanze, affittacamere per brevi soggiorni, b&b e residence), si registra un calo molto forte. Nel 2012 nelle zone più centrali di Rimini se ne contavano 315, passati nel 2022 a 284 unità (-9,8%), più in periferia il calo è ancora più netto, passando da 739 a 663 strutture (-10,3%).
 

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