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Cronaca

La capriola sta bene e saluterà l'aeroporto, sarà liberata nel parco Sasso Simone e Simoncello

Attualmente la capriola si trova ospitata in un’area dello scalo, di 6mila metri quadrati, poco lontano dalla pista

E’ una storia a lieto fine. La vicenda della capriola finita in “ostaggio” incastrata tra le recinzioni dell’aeroporto Federico Fellini di Rimini-San Marino aveva fatto il giro dello Stivale. Ora la bellissima capriola, che alcuni hanno chiamato Federica e altri Francesca, è sana e salva. Entro il prossimo 21 marzo verrà trasferita in un habitat per lei ideale, all’interno del parco Sasso Simone e Simoncello ai confini tra la Romagna e le Marche. A darne comunicazione ufficiale è il servizio regionale dello Stacp (Servizio Territoriale Agricoltura Caccia Pesca) in una conferenza organizzata all’interno dello scalo dell’aeroporto stesso.

In salvo e in perfette condizioni

Attualmente la capriola si trova ospitata in un’area dello scalo, di 6mila metri quadrati, poco lontano dalla pista. E’ entrata in autonomia dentro queste recinzioni, dopo che gli addetti dello Stacp e dello scalo avevano aperto un varco di pochi centimetri e attivato delle foto trappole. Probabilmente a incidere sono stati i lavori attualmente in corso sulla pista, con un continuo via vai di mezzi pesanti. Gli addetti avevano notato lo scorso 17 febbraio dei peli all’interno di un cespuglio poco distante dall’area in questione e il 28 febbraio l’esemplare è stato ritrovato nell’area di 6mila metri quadrati dopo essere entrato in autonomia dal varco.

Ancora oggi sia gli addetti dell’aeroporto sia le guardie venatorie non hanno capito come sia stato possibile l’ingresso della capriola all’interno dell’aeroporto. “Due le ipotesi – spiegano – o c’era un buco nella rete anche se è stata più volte controllata nel corso degli anni oppure potrebbe anche aver saltato all’interno”. Sta di fatto che ci sono voluti 700 giorni per metterla in salvo, ma è in buone condizioni, visto la presenza di cibo e acqua attorno alle piste.

Pier Claudio Arrigoni e Gian Piero Semeraro dello Stacp spiegano che “aveva trovato una biodiversità buona e in due anni non c’è mai stato accoppiamento”. Gli esperti si sentono anche di escludere che all’interno della pista ci fosse anche il suo cucciolo, mentre è possibile che un capriolo raggiungesse l’esemplare ai confini della recinzione senza però venire in contatto.

Ci fu anche un sit-in

Sulla vicenda avevano assunto un ruolo importante le associazioni ambientaliste e animaliste, che avevano tenuto anche un sit-in all’aeroporto quando era emersa la notizia della richiesta di abbattimento dell’animale, con l’ipotesi di sospendere anche i voli. Ci fu un’ondata di simpatia a tutela della capriola e le associazioni diedero il loro contributo per salvare l’animale. Ora tra Airiminum e le varie associazioni è tempo dei reciproci ringraziamenti, perché si è raggiunta quella che per tutti era ritenuta la soluzione ottimale.

Inizialmente si era pensato di tenere la capriola ricoverata all’interno di un’area dedicata all’aeroporto, poi ha prevalso la decisione di portarla al parco Sasso Simone e Simoncello. L’esemplare sarà trasportato con un camion.

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