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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

In dieci anni triplicati i casi di melanoma

Solo nel 2011 sono stati 122 i nuovi casi di melanoma nel riminese, per un'incidenza di 37 casi ogni 100mila abitanti

Solo nel 2011 sono stati 122 i nuovi casi di melanoma nel riminese, per un'incidenza di 37 casi ogni 100mila abitanti, che, in linea con le statistiche nazionali, è triplicata negli ultimi 10 anni. A fronte di tale situazione gli operatori dell'Unità Operativa di Dermatologia dell'Azienda USL di Rimini, guidati dal dottor Stefano Catrani, hanno stretto due importanti alleanze per contrastare tale patologia oncologica: con i medici di famiglia e con il mondo della scuola.

Con i primi, è ai blocchi di partenza un progetto di stretta collaborazione mirato a far sì che possano svolgere sempre meglio un ruolo di filtro dei pazienti. Il progetto si suddivide in due fasi: la prima prevede, in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, la produzione e diffusione di materiale educativo e l'organizzazione di momenti formativi sia teorici che pratici (sul campo), coi medici di famiglia, nei confronti del melanoma. Successivamente alcuni medici, potranno a loro volta diventare formatori per i colleghi della loro Medicina di gruppo o del loro Nucleo di cure primarie.

Questo consentirà, seconda parte del progetto, di migliorare il filtro che i medici svolgono rispetto ai pazienti. Copiosa letteratura scientifica dimostra, infatti, che sono ancora tanti gli accessi incongrui di pazienti alla visita specialistica, per lesioni cutanee che non rappresentano alcun pericolo. Accessi incongrui che rischiano di penalizzare quei pazienti che, al contrario, realmente hanno bisogno di essere visti dal dermatologo.

Il ruolo dei medici di famiglia è fondamentale, proprio per avviare alla visita dermatologica chi è davvero potenzialmente a rischio, chi presenta lesioni pigmentate sospette, o chi abbia familiarità con il melanoma, chi sia di fototipo sensibile (persone con pelle, capelli e occhi chiari) o chi abbia significative storie di scottature in gioventù, numero di nevi presenti sul corpo superiore a 50 o nevi melanocitici atipici. Oltre a verificare e “selezionare” le lesioni che il paziente segnala come sospette, il medico di famiglia si impegnerà anche, durante visite mediche per altri motivi (ad esempio una auscultazione del torace), a ricercare lesioni sospette che al paziente possano essere sfuggite.

Il medico di famiglia potrà avvalersi, in questo progetto, dell'utilizzo del dermatoscopio, che consente di definire con un dettaglio molto elevato la natura delle lesioni della pelle. E che, in particolare per i medici rurali, che operano in aree più distanti da Rimini, consentirà di qui a breve di inviare via mail allo specialista le immagini dei nevi sospetti, per un confronto in tempo reale.

Questa costante collaborazione, tra il medico di famiglia e il dermatologo ospedaliero consentirà di riconoscere la maggior parte dei melanomi cutanei in fase precoce, con prognosi eccellente. Elemento questo fondamentale, in quanto più il melanoma è sottile, più risultano elevate le possibilità di guarigione o quantomeno di lunga sopravvivenza per il paziente. I dermatoscopi saranno donati, gradualmente, ai medici che aderiscono al progetto.

Fondamentale è anche l'attenzione alla corretta esposizione solare e all’auto-osservazione . E prima si inizia, meglio è. In quest'ottica la Dermatologia ha stretto la seconda alleanza: quella col mondo della scuola. Nell'ambito del "Progetto Martina: parliamo ai giovani di tumori", promosso, a livello nazionale, dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca in collaborazione col Multidistretto Lions Italia, nelle ultime settimane di scuola incontri coi ragazzi cui hanno partecipato il dottor Maurizio Della Marchina (del Lions Club Rimini Riccione Host) e il dottor Stefano Catrani (direttore Unità Operativa di Dermatologia dell'Azienda USLdi Rimini), con la finalità di informare in modo corretto i giovani su cosa sia il melanoma e come fare per prevenirlo.

 

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