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Cronaca

Omicidio di via Pola: l'indagato fa scena muta davanti al gip

Secondo il suo legale Giovanni Laguardia sarebbe ancora sotto shock dopo aver ucciso a martellate la moglie

Si è tenuto nella mattinata di martedì l'interrogatorio di garanzia per Giovanni Laguardia, il 69enne indagato per l'omicidio della moglie Vera Mudra. L'ex idraulico si è però avvalso della facoltà di non rispondere e il suo avvocato, Andrea mandolesi, ha presentato al gip una richiesta di misura cautelare alternativa al carcere nei confronti del suo assistito che è apparso ancora in stato di choc. "Il mio cliente - ha spiegato il legale - sembra frastornato e, credo, non si sia ancora reso contro di quanto successo". Il giudice si è quindi riservato la decisione se lasciare in carcere il 69enne o disporre gli arresti domiciliari. Un femminicidio che ha scosso la comunità riminese e, in particolar modo, le associazioni in difesa delle donne il cui movente è ancora da ricercare da parte degli inquirenti della polizia di Stato che indagano sul caso. Dietro l'assassinio della 61enne ucraina, secondo quanto emerso, potrebbero esserci delle discussioni per motivi economici tra la donna e il marito. Secondo quanto emerso dalle prime indagini la coppia, descritta molto riservata dai pochi vicini, negli ultimi tempi avrebbe iniziato ad avere dei dissapori per questioni di denaro. Pare che la pensione di Laguardia, che aveva lavorato per grosse aziende riminesi, non bastasse più alle esigenze della donna che aveva fatto la badante e che adesso avrebbe chiesto al marito di tornare a lavorare per aiutare i figli di lei all'estero. Una discordia che, col tempo, si è fatta sempre più pesante fino a scatenare il raptus omicida del 69enne.

Uccide la moglie a martellate in testa

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