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Cronaca

I figli del femminicida: "Nostro padre un uomo violento e autoritario, ossessionato dalla gelosia"

Udienza in Corte d'Assise per la morte di Angela Avitabile accoltellata dal marito, amici e parenti in aula per chiedere giustizia nei confronti della vittima

"Nostro padre un uomo violento e autoritario, ossessionato dalla gelosia". Questo quello che è emerso dalla testimonianza di Anna e Maicol, i figli di Raffaele Fogliamanzillo il 62enne reo confesso aver ucciso, con 11 coltellate, la moglie Angela Avitabile durante un raptus di follia il 22 aprile del 2022. Nella terza udienza della Corte d'Assise, presso il Tribunale di Rimini, sono stati i due ragazzi a tratteggiare il clima di terrore che si respirava nella famiglia a causa del carattere dell'uomo continuamente assillato dal tarlo che lo aveva convito del tradimento della donna. Un chiodo fisso, quello del 62enne, descritto anche come un padre padrone che "ordinava" ai famigliari come comportarsi pretendendo rispetto e girando sempre con un coltello in tasca. In aula, oltre ai figli, c'erano anche amici e parenti che indossavano una t-shirt in cui chiedevano giustizia per Angela con scritto: "L'amore non uccide".

"Più volte abbiamo cercato di farlo ragionare ma non c'è stato nulla da fare" ha raccontato la figlia Anna che, dal banco dei testimoni, ha aggiunto come la sera del femminicidio il padre "mi ha chiamato e, con un tono del tutto tranquillo, mi ha detto: 'ho ucciso la mamma'". "Mia madre - ha aggiunto il figlio Maicol - era una donna sempre pronta al sacrificio mentre lui era e si comportava come un boss. Lei era sempre disposta a ripianare i dissidi mentre mio padre ci imponeva come comportarci e le cose da fare in maniera violenta e con pressioni psicologiche e fisiche. Fin da sempre era geloso di tutto il mondo ed era convinto che sua moglie avesse una relazione col cognato. Per questo minacciava di morte tutta la famiglia. Mia madre aveva paura di denunciarlo e noi avevamo paura di lui: era capace di mettere in atto quello che minacciava perchè aveva sempre con sè un coltello". E, ricordando la sera dell'omicidio ha aggiunto: "ero al lavoro e mi hanno chiamato. Quando sono arrivato a casa ho visto mia madre a terra, in un mare di sangue, che era schizzato dappertutto. Ero abituato alle difficoltà della vita ma mi sono ritrovato all'improvviso senza una famiglia".

Sul fronte processuale, poi, c'è ancora una controversia tra l'avvocato di Raffaele Fogliamanzillo, Viviana Pellegrini, e i legali di parte civile che seguono i famigliari dell'uomo, Milena Montemaggi e Aidi Pini. Per il perito della difesa,professor Renato Ariatti, il 62enne è stato ritenuto totalmente incapace di intendere e volere, anche se in grado di affrontare un processo, e socialmente pericoloso. Di parere diametralmente opposto la relazione del professor Ermanno Arreghini che ha ritenuto l'uomo pienamente in possesso delle sue facoltà mentali. Quello in via Portogallo era stato un omicidio efferato tanto che l'esame autoptico aveva rivelato come il primo fendente, scagliato con un coltello da cucina, avesse quasi reciso la testa della donna mentre il secondo colpo, anche questo mortale, aveva raggiunto la vittima al cuore. Altre 5 coltellate hanno raggiunto il corpo della vittima mentre le restanti 5 sarebbero da attribuirsi a ferite procuratesi dalla 62enne nel tentativo disperato di salvarsi dalla furia dell'uomo. 

Era emerso fin da subito che si era trattato di un femminicidio dettato dalla gelosia dall'uomo esasperata dai suoi problemi di natura mentale. Problemi psichici emersi anche nel corso dell'interrogatorio di garanzia di Fogliamanzillo che, in lacrime, davanti al Gip aveva negato che la moglie fosse morta: "Lei è ancora viva - aveva raccontato al giudice - e se è morta voglio vedere il suo corpo e andare al suo funerale". Frasi deliranti che si sono aggiunte al movente, quello della gelosia, che lo hanno spinto ad aggredire la Avitabile con un coltello a serramanico nella convinzione che donna avesse un amante. Ad accendere l'ennesima lite sarebbe stata l'ossessione di Fogliamanzillo di essere tradito e, secondo gli inquirenti, ad accendere nuovamente la miccia della gelosia era stata una recente operazione alla cataratta subìta dal 62enne che a suo dire era "tornato a vedere chiaro" individuando l'inesistente amante della donna. La situazione, però, è degenerata al punto tale che verso le 21 Fogliamanzillo  accecato da questa convinzione e dal fatto che quella sera la moglie lo avrebbe apostrofato con un "cornuto" aveva afferrato un coltello a serramanico con il quale aveva colpito più volte la moglie infierendo sul collo di lei fino ad ucciderla. Nonostante il trambusto, secondo quanto emerso, i nipoti dei due presenti nell'appartamento non si sarebbero accorti di nulla. Dopo aver commesso il delitto, il 62enne è uscito di casa per avviarsi negli uffici della Questura di Rimini dove si è presentato, pare in stato confusionale, per confessare l'omicidio. 

Secondo gli inquirenti Fogliamanzillo già in passato aveva dato segni di squilibrio mentale, tanto che da oltre 10 anni era seguito dal Centro di igiene mentale per una sindrome ansiosa depressiva in soggetto bipolare; ma, nonostante questo, negli ultimi tempi la sua gelosia era diventata sempre più ossessiva, tanto che alla fine del 2021 c'erano già stati allarmanti segnali di violenza non solo nei confronti della vittima, ma anche verso gli altri famigliari ritenuti complici nel coprire le scappatelle della donna. L'Avitabile, infatti, già nel settembre dello aveva chiesto aiuto ai carabinieri a causa della furia del marito, ma in quella occasione non aveva voluto sporgere denuncia e gli stessi medici del Centro di igiene mentale non avrebbero trovato una situazione preoccupante. Una nuova aggressione del 62enne era stata poi registrata il 28 febbraio 2022 con un nuovo intervento dei carabinieri, al termine del quale nei confronti di Fogliamanzillo era stato aperto un fascicolo per maltrattamenti in famiglia. La vittima, il 4 aprile, era stata ascoltata dai militari dell'Arma, ma in quell'occasione aveva precisato che il marito a parte le accuse infondate di adulterio non aveva avuto comportamenti violenti.

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