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Cronaca Riccione

La sanità ora trema. Carradori: "Così scappano, servono medici". Donini: "Tanti problemi da risolvere"

La sindaca di Riccione Daniela Angelini promuove un convegno con i vertici della sanità: "I problemi vanno affrontati e risolti". Carradori non si nasconde: "Mancano i medici da assumere, il Governo dia risposte"

Una sanità tra criticità presenti e sfide per il futuro. Una moneta a due facce: da un lato la carenza dei medici e un quadro di emergenza, dall’altro i progetti e i fondi per creare strutture più moderne e qualificate. E’ quanto emerso di fronte a oltre cento persone, tra cui tanti addetti ai lavori, al Palazzo del Turismo dove mercoledì (29 marzo) per quasi tre ore, si è discusso con i vertici regionali e territoriali dello stato di salute del sistema sanitario. Un convegno voluto dalla sindaca Daniela Angelini, che è presidente del Distretto socio sanitario Riccione, in cui si è partiti da una amara constatazione, ovvero che “questa è la congiuntura peggiore che a memoria si ricordi”, tesi sostenuta tanto dall’assessore regionale Raffaele Donini, quanto dal direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori. Ma anche dall’assessore alla Sanità del Comune di Riccione Gianluca Garulli e dalla vicesindaca di San Giovanni in Marignano e vicepresidente Distretto socio sanitario Michela Bertuccioli.

“Ci aspettano due anni di lavoro duro e strada in salita. Ma noi siamo l’Emilia-Romagna e se riusciamo a depurare la discussione sulla sanità da propaganda e rivendicazioni insostenibili ce la possiamo fare. E ce la faremo”. L’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini ha chiuso l’incontro pubblico dal titolo “La sanità e il nostro sistema territoriale: quali problemi e prospettive?” lasciando sul tavolo un cauto ottimismo. Il problema principale, denunciato dalla sindaca di Riccione in apertura dei lavori e confermato da tutti i relatori, è la “carenza del personale medico”, ma anche di infermieri e operatori socio sanitari, “principalmente al pronto soccorso”.

“Siamo qui perché siamo abituati ad affrontare i problemi: di fronte alla difficoltà non ci nascondiamo ma lavoriamo per trovare delle soluzioni. La sanità deve restare una preziosa risorsa per il nostro territorio”, ha detto Angelini. “Dobbiamo abbandonare la logica della colpa per abbracciare quella della responsabilità”, ha incalzato Bertuccioli. “Siamo l’Emilia-Romagna: abbiamo dimostrato di sapere affrontare le difficoltà e siamo organizzati per riuscirci”, ha sostenuto Garulli.

Il convegno sulla sanità organizzato dal Comune di Riccione

Carradori ammette “Siamo in difficoltà”

Il pubblico presente in sala ha sollevato proprio il tema delle attese in pronto soccorso e per visite ed esami. Il direttore generale Tiziano Carradori non ha nascosto “i problemi ci sono”. Però ha messo in evidenza che “siamo tornati al livello di accesso in pronto soccorso del 2019 ma con una riduzione media del personale del 26%”. E il problema non sta nella mancanza di volontà di assumere da parte di Ausl Romagna. Al contrario, “i medici da assumere non ci sono sul mercato. Da 15 anni il Governo non basa la politica sanitaria sui bisogni della popolazione ma sui quattrini che si vogliono spendere. Si investono 13 miliardi in armamenti e non in formazione dei medici. Non ce l’ho col Governo in carica ma ora ci sono loro: devono decidere se abbassare le tasse a quelli che guadagnano come me oppure se quelli che guadagnano come me devono contribuire solidaristicamente alle spese della sanità pubblica.  La realtà di oggi è che ci sono decine di colleghi di pronto soccorso che fanno domanda per andare in medicina generale. E, altro problema, il pubblico oggi non può assumere specializzandi mentre il privato sì: perché questa differenza?”.

Ausl Romagna produce 17 milioni di prestazioni l’anno per circa un milione e 200mila residenti. “Sono tante e per continuare a questi livelli, con almeno 4 o 5 milioni di prestazioni che sono visite e diagnostiche strumentali, abbiamo bisogno di personale qualificato. Senza personale la buona sanità non si fa”.

I PROGETTI - Casa della Comunità e ambulatori per alleggerire il Pronto soccorso

Donini: “Dateci i soldi spesi per il Covid”

A chiudere il convegno è stato l’assessore Donini. “Rappresento tutte le Regioni, sia di destra che di sinistra, alla conferenza delle Regioni. Al Governo chiediamo di darci almeno quello che abbiamo speso per il Covid: la pandemia è stata l’11 settembre della sanità italiana: un cataclisma di promozioni drammatiche. Da noi, in Emilia-Romagna, abbiamo avuto 100mila persone ricoverate in pochi mesi. Abbiamo rinviato qualcosa come 70mila interventi e ora c’è chi pretende di tornare al 2019? Ci vuole il senso della misura. Lo scossone del Covid è stato forte ma abbiamo retto. Però questo Paese non ha imparato la lezione: vale per i Governi di allora e per quello di adesso”.

Donini ha riferito di “tre anni di sforzi enormi: abbiamo dovuto mettere un miliardo di euro di fondi nostri per chiudere in pareggio i bilanci e ci è stato rimborsato solo il 50% delle spese sostenute”.

Ora i problemi sono sul tavolo. “Abbiamo finito l’ossigeno e il Governo deve dare risposte: o salvare le Regioni o farle cadere. Mi spaventa però l’idea che ci convochino a Roma per discutere di sistema assicurativo integrativo. Flat tax, spesa per armamenti e ora sanità integrativa: noi su queste cose non ci siamo, siamo per un sistema pubblico universalistico senza se e senza ma”, ha sostenuto con vigore raccogliendo l’applauso della sala.

Le soluzioni della Regione

Ma cosa fare ora? Come dare una risposta ai problemi dell’immediato? “Dobbiamo aumentare al massimo la produzione, efficientando i modelli organizzativi interni. Dobbiamo ricorrere al privato accreditato ma secondo regole adeguate alle nostre esigenze. Ed è necessario che le richieste di prestazioni siano adeguate”, intendendo che vanno limitate. “I medici di medicina generale devono lavorare insieme ai medici specialistici: serve una comune assunzione di responsabilità sul piano clinico”.

Tra i temi sollevati da alcuni medici di medicina generale in sala anche quello dell’eccessivo carico burocratico. Donini ha concordato sulla necessità di sollevare i medici da quelle incombenze. Quanto al problema dei pronto soccorso, tema sollevato dalla sindaca Angelini, Donini ha osservato che “sono sotto una pressione enorme: quei medici non hanno un weekend libero da anni, non hanno una vita familiare. Non possiamo attendere inermi o lisciando il pelo alle pulsioni popolari”. Ai populisti chiede di “non diventare un centro di raccolta differenziata delle proteste. O facciamo scelte politiche o i pronto soccorso salteranno come popcorn”.

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